Il blitz di Palermo: così volevano usare l'immagine di Falcone e Borsellino

“Un tatuaggio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si risolve tutto”

"Usare" i giudici ammazzati dalla mafia per riabilitare l'immagine del cantante neomelodico Niko Pandetta

“Poi gli ho detto a lui fatti un tatuaggio di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e si risolvono tutte cose”: così Jari Ingarao suggeriva a Niko Pandetta.

È una delle frasi finite nelle intercettazioni del blitz al Borgo Vecchio. Erano i giorni del 2019 in cui Pandetta, cantante neomelodico e nipote del boss Turi Cappello, detenuto al 41 bis, scatenava la polemica con il suo intervento alla trasmissione Realiti di Rai2.

“Mio zio scrive i testi delle canzoni dal 41bis – disse Pandetta – il primo cd l’ho finanziato con una rapina”. In una canzone dedicata allo zio, il giovane ha scritto un verso nel quale ringrazia Turi Cappello “per quello che hai fatto per me, sei stato la scuola di questa vita e per colpa di questi pentiti stai chiuso lì dentro al 41 bis”.

La soluzione per zittire le polemiche e fare salire Pandetta sul palco del Borgo Vecchio (a Pandetta l’autorità giudiziaria aveva imposto il divieto di esibirsi) era “usare” i giudici ammazzati dalla mafia per ripulire l’immagine del cantante agli occhi del pubblico.

La festa era quella in onore di Sant’Anna, organizzata dal 21 al 28 luglio del 2019. Il comitato che sceglieva i cantanti era controllato da Cosa Nostra.

Per ingaggiare e pagare gli artisti venivano organizzate le “riffe“, con la vendita dei biglietti imposti a tutti i commercianti. Parte del ricavato serviva poi per finanziare altre attività illecite.

Jari Massimiliano Ingarao aveva incaricato alcuni complici di “invitare” i commercianti del quartiere a sponsorizzare anche l’esibizione di un’altra cantante neomelodica, poi effettivamente avvenuta il 6 dicembre 2019, al teatro Don Orione (il teatro nulla ha a che vedere con l’indagine, visto che si limita ad affittare gli spazi con regolari contratti).

Su Pandetta e il possibile divieto di esibirsi Ingarao aggiungeva: “Io lo devo dire se può cantare o no, hai capito, solo io”.


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