Un testimone ha visto Denise Pipitone: "C'è un riscontro, ci crediamo"

Denise Pipitone e il testimone: “C’è un riscontro, ci crediamo”

Parla l'avvocato Giacomo Frazzitta da sempre al fianco di Piera Maggio

PALERMO – Un nuovo testimone seppure anonimo, nuove piste da seguire, nuovi spunti investigativi. L’inchiesta sulla scomparsa di Denise Pipitone è ripartita a pieno ritmo. Sono passati diciassette anni, ma si può ancora sperare di riabbracciare la bimba di Mazara del Vallo divenuta nel frattempo donna. Ci crede per primo l’avvocato Giacomo Frazzitta.

Lei segue da anni la vicenda di Denise Pipitone e il dramma di Piera Maggio. Ci sono degli spunti seri, al di là del chiacchiericcio e del gossip, da cui le indagini possono ripartire?
“Credo di sì. Si riparte seriamente solo nel momento in cui ci sono elementi nuovi che possono dare nuova luce ad aspetti dell’indagine che non sono stati finora analizzati”.

La lettera anonima che le è stata recapitata si muove in tale senso. Mi sembra fiducioso o mi sbaglio?
“Lo sono. È la prima volta che avvio un dialogo a distanza attraverso i media con una persona che mi ha scritto”.

Si tratta di un testimone che ha visto Denise, così abbiamo scritto, in un momento successivo al rapimento. Può aggiungere dei particolari?
“Non lo reputo opportuno. Almeno al momento”.

Il contesto è quello familiare al centro del processo già celebrato e di cui si è tornato a parlare di recente?
“Mi consenta di dire una cosa. Sento parlare continuamente di Jessica Pulizzi. Allora è stato doveroso analizzare tutto ciò che girava attorno a questa figura. È stato fatta un’indagine e celebrato un processo, ma oggi non credo sia corretto continuare a discutere di una persona assolta con sentenza definitiva e tirarla in ballo di continuo”.

Anche il nome di Anna Corona è tornato al centro della cronaca. La Procura di Marsala ha ispezionato la casa in cui viveva. Anche la sua figura non è nuova.
“Si tratta di una posizione diversa. La signora Corona fu indagata per sequestro di persona e omicidio. L’inchiesta, che fu archiviata, era legata alle dichiarazioni di Giuseppe D’Assero che disse di avere chiesto aiuto a Gianni Melluso per fare scomparire Denise Pipitone e in cambio sarebbe stato aiutato a fare la stessa cosa con Sabine Maccarrone. Dichiarazioni inverosimili (leggi qui la storia di quel processo)”.

E oggi nella missiva si fa riferimento ad Anna Corona?
“Mettiamola cosi. Io per il fatto che viene descritto nella lettera che ho ricevuto lascerei in pace Jessyca Piluzzi, Anna Corona e tutti gli altri”.

Per concentrarsi su cosa? Mi perdoni se insisto.
“Mi perdoni lei se continuo a non volerle rispondere. L’anonimo, che ringrazio pubblicamente, racconta un fatto nuovo, molto importante, e in un momento topico”.

E le persone, anch’esse sono nuove?
“Lo sono nella misura in cui il fatto impone di guardarle sotto una nuova luce”.

Il contestò, dunque, è quello in cui si sono già mosse le vecchie indagini.
“Il contesto è quello vecchio di Mazara del Vallo, non si parla di un evento negativo o di un luogo dove cercare Denise. E neppure si parla di nomadi, altro tema che viene tirato spesso in ballo. Il racconto del testimone ci ha fatto concentrare su un dato finora mai analizzato. E lo abbiamo riscontrato”.

Dunque è un fatto di cui eravate comunque a conoscenza.
“Posso solo dirle che era contenuto nel fascicolo della vecchia inchiesta, ma non se n’era parlato mediaticamente e noi per primi non ne avevamo memoria”.

Quindi il testimone può conoscerlo solo perché lo ha visto con i suoi occhi?
“Sì, ecco perché dico che non si tratta di una lettera come le tante che abbiamo ricevuto in questi anni e che hanno alimentato false speranze”.

Per tirare le somme: l’anonimo illumina di luce nuova personaggi noti.
“Sì, più persone”

Che conducono al contesto familiare?
“È il tassello di un puzzle, si deve indagare, ma secondo me non siamo lontanissimi da quel contesto”.


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