PALERMO – Organizzare una festa della neve la terza domenica di luglio, in Sicilia, é l’originale iniziativa che da qualche anno si ripete per merito del Club Alpino di Polizzi Generosa. Me ne aveva parlato un mio caro amico, Antonio Cappadonia, il famoso maestro gelatiere di Cerda, che in questa occasione rinnova un’antica memoria: la preparazione di meravigliosi sorbetti alla maniera in cui si facevano nei secoli passati, sino all’avvento delle macchine elettriche.
Avevo chiesto se c’erano delle immagini e, in mancanza, ho proposto di organizzare un’anteprima dell’evento lo scorso 19 maggio in una giornata veramente indimenticabile.
Assieme ad Antonio, al cameraman Gaspare Decina, al prof. Romana che ha scritto un libro interessante e ricco di immagini e informazioni sulle neviere e i nevaioli e, ovviamente, ad un gruppo di guide del Club Alpino di Polizzi, ci siamo arrampicati fino a 1900 mt. slm a Piano Principessa per scendere poi in una delle più antiche neviere dove ho assaggiato il più buon sorbetto della mia vita dopo aver conosciuto da vicino, durante il percorso, i leggendari funghi basilischi. Fatica ampiamente premiata!
A scanso di equivoci, il sorbetto non si fa con la neve, ma nella neve, solo che la temperatura della neve non basta per farlo montare. Per questo nei secoli passati si mescolava la neve con il sale e questa miscela (eutettica) trovava, a parità di temperatura eterna e pressione atmosferica, il proprio punto di equilibrio a -21,3 gradi C.: la temperatura di un moderno refrigeratore.
Era il segreto che portò con sé, in cerca di fortuna, il palermitano Francesco Procopio Cutó che nel XVII sec. fondò a Parigi, con licenza del Re Sole, il più antico caffè letterario d’Europa, Le Procope, tuttora esistente, la cui specialità erano proprio i sorbetti. Come tanti altri ventenni palermitani nei secoli a seguire, Cutò non si trasferì a Napoli, la capitale del Regno, ma andò direttamente a Parigi, la vetrina cosmopolita dei tempi come la New York di oggi.
Ma queste sono cose che oltre ad Antonio Cappadonia, Gaetano Basile e qualche altro appassionato, non coinvolgono più di tanto una Palermo eternamente distratta…