"Una lite, poi quel calcio mortale"| Vicini all'arresto dell'aggressore - Live Sicilia

“Una lite, poi quel calcio mortale”| Vicini all’arresto dell’aggressore

Il titolare del locale ripercorre le fasi drammatiche che hanno portato alla morte il giovane Aldo Naro, giunto cadavere a Villa Sofia (nella foto) e dice: "Stiamo collaborando coi carabinieri perché anche noi vogliamo conoscere la verità". Tutto avrebbe avuto origine da un cappellino caduto a terra. Proseguono gli interrogatori, oggi l'autopsia.

Il giovane morto in discoteca
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PALERMO – La musica in sottofondo, gli amici, le maschere. La tragedia ha preso vita in un contesto goliardico, di un divertimento fatto di balli, luci e risate. Ad immortalare ogni momento della drammatica serata che venerdì sera si è svolta alla discoteca “Goa”, ben ventisei telecamere, sparse in lungo e largo per tutto il locale. Le stesse dalle quali potrebbe emergere l’identità di chi senza pietà ha sferrato dei calci mortali ad Aldo Naro, il ragazzo di 25 anni originario di San Cataldo arrivato senza vita in ospedale.

I filmati vengono infatti in queste ore analizzati fotogramma per fotogramma dai carabinieri del nucleo Investigativo del comando provinciale e della stazione San Filippo Neri, a caccia dell’aggressore che avrebbe ormai le ore contate. La lite sarebbe infatti nata con un ragazzo, un coetaneo di Aldo. Si tratterebbe di un giovane che, come tutti i partecipanti alla serata, si trovava “in lista”. “Tutti universitari – spiega Marcello Barbaro, titolare del locale insieme ai fratelli -. Un ambiente selezionato in cui mai avrei creduto maturasse un episodio del genere. Sono addolorato, ho un senso di fallimento addosso indescrivibile, sia come padre che come uomo. Una vicenda terribile, nella quale siamo noi i primi a chiedere verità. Per questo – aggiunge – stiamo collaborando in ogni modo con i carabinieri per trovare il responsabile. Mio fratello ha visto coi propri occhi chi ha inveito contro questo povero ragazzo. Si è avvicinato a lui insieme agli addetti della sorveglianza dopo aver notato che, per un cappellino carnevalesco caduto a terra, aveva sferrato un calcio. Poi si è dileguato. In uno dei filmati – precisa – si nota un giovane che corre mentre tutti cercano di aiutare il ragazzo a terra, crediamo sia lui. Siamo davvero sconvolti. Il nostro impegno per garantire ambienti e contesti sicuri alla clientela è quotidiano, tanto da organizzare feste con clienti selezionati: non avremmo mai immaginato che sarebbe successa una cosa simile, la festa non era aperta al pubblico. Per questo non bisogna puntare il dito contro noi imprenditori, lasciando lavorare gli inquirenti che, sono sicuro, risaliranno presto al responsabile di questa tragedia”.

Nel frattempo, visto che il locale è stato sequestrato, niente festa di Carnevale del sabato sera. Le indagini proseguono a ritmo serrato e l’individuazione di chi ha sferrato il calcio mortale sarebbe molto vicina. L’autore dell’aggressione  – in base a quanto hanno ricostruito i carabinieri coordinati dal sostituto procuratore Carlo Manzella – si trovava in un privée diverso da quello in cui Aldo, la sua fidanzata e gli amici stavano festeggiando il Carnevale. Non è ancora chiaro perché si sia spostato, ma gli investigatori sono certi che si tratta di una persona che la cerchia di amici della vittima conosceva.

Aggiornamento ore 11.00 – A fornire elementi importanti sulle cause che hanno portato Aldo alla morte, l’autopsia che sarà effettuata oggi presso l’istituto di Medicina Legale del Policlinico di Palermo. Intanto, stamattina i carabinieri hanno ripreso con gli interrogatori: ogni dettaglio fornito da amici e conoscenti che quella sera si trovavano con la vittima nel locale, potrebbe infatti rivelarsi fondamentale per l’individuazione dell’aggressore, sulle quali tracce sono già gli investigatori.


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