PALERMO – In una Palermo in cui un elettore su due ha disertato le urne, Leoluca Orlando è vicino a ottenere al primo turno il suo quinto mandato da sindaco di Palermo. Trentadue anni dopo la prima volta. Si attendono i dati reali, ma la prima proiezione fondata sui voti effettivi accreditava il Professore di un 45 per cento ben al di sopra della soglia del 40 che in Sicilia – a differenza dal resto d’Italia – assicura la vittoria a primo turno. La seconda, però, è scesa al 42, con un margine d’errore di circa il 4 per cento. Insomma, c’è ancora una possibilità di ballottaggio e bisogna aspettare.
Nettamente staccato, secondo le proiezioni, Fabrizio Ferrandelli, che uscirebbe sconfitto per la seconda volta da Orlando. Il giovane ex deputato del Pd su cui avevano puntato Forza Italia e Cantiere popolare si fermerebbe al 33 per cento, molto lontano dal sindaco uscente. Ancora più indietro Ugo Forello, che in linea con i risultati deludenti ottenuti dal Movimento 5 Stelle in tutta Italia, si fermerebbe al 18 per cento. Questo sempre secondo la seconda proiezione, in attesa di contare i voti veri.
Insomma, ancora una volta, proprio come cinque anni fa, i palermitani avrebbero optato per l’esperienza di Orlando, che già festeggia con i suoi ed è pronto a cominciare a settant’anni quello che dovrebbe essere il suo ultimo mandato. O almeno così lui ha detto. Vedremo. Vano sarebbe stato lo sforzo del centrodestra in cerca di rivincita e quello dei grillini, consumati in città da una lunga faida interna che ha dilaniato il Movimento.
Per una valutazione più approfondita è bene aspettare i dati reali. Al momento, solo un numero è definitivo, ed è quello dell’affluenza: 52,6 per cento (contro il 63,19 delle precedenti amministrative). Malgrado la carica di centinaia e centinaia di candidati, metà degli elettori palermitani non sono andati a votare. Un segno di disaffezione e sfiducia su cui le forze politiche, vincenti e sconfitte, bene farebbero a riflettere.