Unioni civili, il pressing del Pd |in vista del voto in Consiglio - Live Sicilia

Unioni civili, il pressing del Pd |in vista del voto in Consiglio

Anche l'associazione civica Catania in Movimento interviene sulla delibera per l'istituzione del registro con un documento elaborato da Antonio Las Casas, ricercatore dell'Università di Catania, Giulia Di Fazzio, ricercatrice all'Università di Urbino, e dall'avvocato amministrativista Giovanni Mania.

la conferenza stampa
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CATANIA – “L’istituzione del registro delle Unioni Civili in una grande città come Catania, così come è ormai prassi in molti comuni italiani, è solo una piccola battaglia di civiltà che il Pd Catania ha sempre sostenuto sin dall’inizio della campagna elettorale del sindaco Bianco”. Così il segretario provinciale del partito democratico a Catania Enzo Napoli ha ufficializzato la posizione del gruppo democratico sul tema delle Unioni Civili, a pochi giorni dal voto che il Consiglio comunale esprimerà sulla delibera che istituisce il registro delle Unioni Civili. Il regolamento che dovrà essere discusso e approvato dai consiglieri entro questa settimana consta di sei semplici articoli che definiscono le unioni di fatto come “una stabile convivenza tra due persone maggiorenni non legate da vincoli matrimoniali, ma da vincoli affettivi o di motivi di reciproca assistenza materiale e morale, senza discriminazione di sesso, etnia o convincimenti religiosi” e delineano le aree di intervento: Sanità e Servizi Sociali, Casa, Sport e Tempo libero, Diritti di cittadinanza e Partecipazione.

Con l’approvazione del regolamento si darà attuazione all’articolo 6 del vigente Statuto Comunale che tutela la piena dignità dell’unione civile e ne promuove il pubblico rispetto e metterà il Comune nelle condizioni tutelare e sostenere le unioni civili al fine di superare situazioni di discriminazione e favorire l’integrazione e lo sviluppo nel contesto sociale, culturale ed economico del territorio. “Crediamo che debba esserci da parte di tutti un atteggiamento di buon senso, di disponibilità e, soprattutto, la consapevolezza che stiamo parlando i diritti alle persone che in questo momento sono negati – ha aggiunto il segretario Enzo Napoli – sarebbe anacronistico e sbagliato che Catania, città moderna, civile, aperta europea non si dotasse di questo strumento”. “Riconoscere a ciascuno, a prescindere dal proprio orientamento sessuale, il diritto ad autodeterminare i propri rapporti personali – ha dichiarato la presidente del Consiglio comunale Francesca Raciti – è una frontiera di civiltà che una grande città come Catania non può trascurare”. “Il Pd si è fatto propositore di questa iniziativa sia livello nazionale che a livello locale, e per Catania sarebbe un baluardo di civiltà. Il sindaco Bianco è stato sponsor di questa iniziativa anche nel passato – ha spiegato Giovanni D’Avola, capogruppo Pd al Consiglio – adesso è tra i primi atti che stiamo incardinando all’interno delle attività del Consiglio comunale. Il Pd in maggioranza e parte dell’opposizione, aldilà di alcune posizioni personali, riuscirà ad arrivare al voto finale”.

All’incontro erano presenti i vicesegretari Jacopo Torrisi e Giuseppe Salerno per i quali “ciò che è davvero importante nell’istituzione del registro è il valore simbolico ed etico che assume perché si tratta di riconoscere non la tolleranza ma il rispetto delle scelte diverse”. Presenti inoltre, Livio Gigliuto, consulente del Sindaco, consiglieri comunali e di circoscrizione. Sono stati invitati Lillo Venezia del coordinamento provinciale SEL e Giovanni Calogero, componente del comitato nazionale Arcigay, i quali hanno espresso il proprio sostegno al PD che sta portando avanti un’iniziativa che trasformerà Catania in un prezioso laboratorio democratico in tema di diritti civili.

Sulla questione interviene anche l’associazione Catania in movimento e il consigliere democratico Niccolò Notarbartolo. “I diritti non si esauriscono: riconoscere più diritti a qualcuno che adesso non ne ha, non li toglie a coloro che già li hanno. Togliere diritti, o non riconoscerli, rende invece tutti più insicuri e meno liberi”. E’ questa la posizione espressa dall’associazione civica Catania in Movimento che interviene sulla delibera per l’istituzione del registro delle unioni civili che verrà presto discussa in Consiglio comunale. Il documento è stato elaborato dall’associazione civica e in particolare da Antonio Las Casas, ricercatore dell’Università di Catania, Giulia Di Fazzio, ricercatrice all’Università di Urbino, e dall’avvocato amministrativista Giovanni Mania ed è stato “sposato” dal consigliere comunale del Partito Democratico Niccolò Notarbartolo. “Vorremmo innanzitutto rassicurare coloro che hanno espresso preoccupazioni rispetto alla compatibilità tra tale proposta e la nostra Costituzione: non c’è alcuna incompatibilità e del resto sin dagli anni ’90 numerosi Comuni hanno iniziato ad istituire registri di questo tipo e i giudici hanno già avuto varie volte occasione di pronunciarsi in merito alla piena legittimità anche costituzionale di questi strumenti – spiegano Las Casas, Di Fazzio e Mania – In particolare i giudici hanno chiarito (ad esempio il Tar della Toscana con la sentenza dell’11 giugno 2001, n. 1041) che l’istituzione di registri comunali per le unioni civili rientra nelle competenze del Comune, rappresenta uno strumento che l’Ente legittimamente può utilizzare per esercitare alcune funzioni e, soprattutto, non è in alcun modo in contrasto con la disciplina costituzionale relativa alla famiglia legittima”. “Pure la Corte Costituzionale, inoltre, ha riconosciuto la legittimità di leggi regionali che hanno esteso ai conviventi l’accesso ad alcuni servizi previsti dalla legislazione regionale a parità di condizioni rispetto alle coppie unite in matrimonio e ha in numerose occasioni esteso al convivente specifiche tutele espressamente riferite dalla legge solo al coniuge”.

“L’effetto che tale registro potrà avere in concreto, fra l’altro, è del tutto coerente con quanto già previsto e praticato in base alla legislazione vigente in materia di anagrafe – prosegue Catania in Movimento – In questa situazione il registro delle unioni civili è uno strumento che consente ai conviventi di rendere palese in modo semplice ed immediato la loro situazione di convivenza al fine di poter fruire di quei servizi in materia di casa, sanità, servizi sociali che il Comune o la Regione ritengono di erogare anche alle coppie non unite in matrimonio”. “Ma la cosa più rilevante è che l’istituzione del registro potrebbe finalmente rappresentare un modo per fare assumere un carattere espresso e ufficiale (con effetti comunque del tutto diversi dal matrimonio) alla convivenza tra persone dello stesso sesso, realizzando così le legittime aspirazioni di tali persone nel solco delle tutela costituzionale dei diritti e del libero svolgimento della personalità”.

“In conclusione, vorremmo fugare un ulteriore dubbio in merito alla previsione di soli diritti ed alla assenza di doveri per i conviventi nella proposta di regolamento che verrà sottoposta all’approvazione del Consiglio comunale – concludono gli esponenti dell’associazione – una preoccupazione legittima, ma non fondata perché chi sceglie di far acquisire rilievo giuridico alla convivenza di ciò si assumerebbe pienamente la responsabilità sia per gli aspetti vantaggiosi che per quelli svantaggiosi”. Sulla vicenda interviene anche il consigliere comunale del Pd, Niccolò Notarbartolo: “Mi auguro che questo documento di Catania in Movimento possa fugare i dubbi di alcuni consiglieri comunali su questa delibera – sottolinea – Istituire anche a Catania il registro delle unioni civili consentirebbe alla nostra città di dotarsi di uno strumento importante per tutelare i conviventi, garantendo loro diritti e regolamentando situazioni esistenti e vissute da molti cittadini catanesi che vengono ingiustamente discriminati”.

 


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