“Dal momento che il documento sottoscritto al tavolo delle primarie apparirebbe in contraddizione con le decisioni prese, e più volte confermate, dagli organismi dirigenti del Pd, urge l’immediata convocazione della Direzione regionale per fare chiarezza su questo punto”. Se non è una dichiarazione di guerra, poco ci manca. La nota, firmata da Antonello Cracolici, Beppe Lumia, Daniela Cardinale, Francantonio Genovese, Nino Papania, Costantino Garraffa e Benedetto Adragna – in pratica tutta l’area filogovernativa del Pd – è una vera e propria sfida lanciata all’indirizzo del segretario regionale dei democratici Giuseppe Lupo, reo di aver accettato un accordo con il resto del centrosinistra che prevede il divieto di allearsi con il Terzo polo sia al primo che al secondo turno.
Già ieri sera, poco dopo la fine del vertice all’hotel delle Palme, la scelta di Lupo di chiudere l’accordo era apparso come un chiaro segnale di sfida nei confronti di Innovazioni e dell’area Lumia-Cracolici, che avevano precedentemente diramato due comunicati per preannunciare reazioni politiche all’eventuale sì all’accordo. Ma il segretario ha comunque deciso di andare avanti, forte di un sostegno romano e convinto di poter scongiurare l’ipotesi di una sfiducia ampiamente ventilata nei mesi scorsi.
Ma la reazione dei filogovernativi non si è fatta attendere: chiedono l’immediata convocazione della direzione regionale. Obiettivo? Mettere sotto accusa il segretario, fino a sfiduciarlo, e rinnegare l’accordo col resto del centrosinistra, almeno nella parte che prevede l’impossibilità di stringere accordi con i moderati. Lo Statuto del Pd siciliano prevede che a chiedere la sfiducia debba essere almeno un terzo dell’assemblea regionale, composta da 300 membri, e votata da almeno la metà più uno. Per questo gli sherpa stanno facendo i conti in queste ore per capire se ci sono i numeri per far saltare Lupo. A questo punto, al segretario non resta che accettare la sfida e andare alla conta, sperando di poter compattare il fronte dei democratici ostili a Lombardo che finora ha apertamente contestato la sua linea politica all’Ars.