"Urlavano: ammazzala, ammazzala"| Il racconto di quella notte da incubo - Live Sicilia

“Urlavano: ammazzala, ammazzala”| Il racconto di quella notte da incubo

Un frame dell'operazione dei carabinieri che ha sgominato la banda di rapinatori violenti

Il racconto di due donne finite nel mirino dei rapinatori ad Altavilla Milicia.

Provincia di Palermo
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4 min di lettura

ALTAVILLA MILICIA (PALERMO) – Erano incappucciati, indossavano dei guanti. Non ci pensavano due volte ad agire con violenza, imbavagliando e legando le vittime dopo averle malmenate. Nel mirino finivano soprattutto anziani o donne che vivono da sole: a violare il regno sicuro della loro casa era una banda senza scrupoli. Malviventi pronti a tutto che hanno trasformato la vita tra le mura domestiche in un inferno. Dopo gli assalti, infatti, la paura ad Altavilla Milicia, piccolo centro alle porte della città, non si dimentica. Le indagini dei carabinieri hanno già fatto finire in manette, durante le operazioni “Milicia violenta” ed “Oltre”, i presunti autori di decine di colpi messi a segno negli ultimi anni. (clicca qui per leggere il servizio sugli arresti)

Tra le rapine recenti più cruente, quella ai danni di un ultraottantenne rimasto da solo in casa, la sera della festa patronale. La moglie era andata in chiesa quando il commando ha fatto irruzione nell’appartamento. Hanno sferrato calci e pugni, poi hanno portato via oggetti preziosi e soldi in contanti. L’anziano, a distanza di due mesi e mezzo, è ancora sotto choc. Racconta di portare addosso i segni di quella notte di terrore. Segni fisici e morali che rendono tristemente indimenticabile quell’episodio.

“Il ricordo resta nitido come se il tempo non passasse – racconta un’altra anziana aggredita nella sua casa di Altavilla quando partirono le prime indagini – e non c’è un giorno che io non pensi a quello che mi hanno fatto. Si trattava di qualcuno che mi conosceva bene. Sapevano che sono vedova e che vivo da sola, conoscevano il nome di mio nipote. Infatti quella sera hanno bussato alla mia porta fingendo di essere lui”. I malviventi sono riusciti ad ingannarla, lei ha aperto ed è cominciato l’incubo. “Mi hanno scaraventato per terra, erano in tre. Uno di loro mi ha tappato la bocca con le mani, premendo forte contro il mio petto per immobilizzarmi. Non potevo urlare, chiedere aiuto, né ribellarmi. I due urlavano all’altro “ammazzala, ammazzala”, intimandomi allo stesso tempo di dargli i soldi. Hanno rubato duemila euro in contanti, oggetti preziosi ed un bracciale che mi aveva regalato mio marito, a cui tenevo tantissimo. Prima di andarsene hanno portato via anche le chiavi dell’auto, che mi è stata rubata alcuni giorni dopo. Quando ripenso a quei momenti mi terrorizzo ancora e sono consapevole di avere tuttora la paura addosso. Per questo quando esco non porto mai nulla di valore con me e temo qualcuno sia entrato in casa ogni volta che sento un rumore strano”.

Sono le stesse sensazioni che racconta una donna di 52 anni che vive in una casa di campagna, sempre nella zona di Altavilla. Abita con il figlio, un bambino che all’epoca dei fatti aveva dieci anni. “Quando sono entrati in casa stavo dormendo, era l’una e mezza di notte – dice -. Sono stata svegliata dai rumori che pensavo fossero provocati dal cane. Mi sono avvicinata al soggiorno e oltre la vetrata, ho visto le sagome di tre uomini. Quando mi hanno notata mi sono venuti incontro sfondando la porta e bloccandomi. Mi hanno immobilizzato per le braccia, tenendo le mani davanti alla bocca per impedirmi di urlare. Quando mio figlio si è svegliato, per fortuna, non gli hanno fatto nulla. Ci siamo abbracciati, e in lacrime e impotenti abbiamo assistito al caos. Hanno messo a soqquadro la casa, mi hanno minacciato più volte perché pretendevano aprissi una cassaforte che non ho mai avuto. Alla fine hanno portato via dei gioielli dalla camera da letto ed un computer. Non sono tornata in questa casa per un anno. Avevo troppa paura”.

Ma negli ultimi mesi, i malviventi avrebbero preso di mira soprattutto la zona centrale del paese, compresa tra le vie Oberdan e la via Roma. Le segnalazioni dei cittadini rimbalzano da un social network ad un altro: “Qui ci si conosce tutti – dicono – ed è per noi fondamentale scambiarci informazioni che possono tutelare la nostra incolumità e non farci sentire in pericolo. Molte strade sono al buio e ciò sicuramente favorisce i malintenzionati. Speriamo che con i nuovi arresti ci si possa sentire più tranquilli: non possiamo essere in pericolo nelle nostre case”.

Ma dai carabinieri della compagni di Bagheria, che hanno eseguito le ultime misure cautelari, arrivano rassicurazioni. “La zona è monitorata ventiquattro ore su ventiquattro – spiega il capitano Federico Lori – con le nostre pattuglie e quelle della stazione locale. Sul fronte della sicurezza, la nostra è anzitutto un’attività preventiva, durante la quale i controlli sul territorio sono costanti”. E in vista, c’è anche la realizzazione di un impianto di videosorveglianza per le strade del paese, come spiega il sindaco Giuseppe Virga: “Stiamo lavorando sulla collocazione delle telecamere e sul ripristino dell’impianto di illuminazione sequestrato nel 2012 su ordine della Procura di Termini Imerese. Entrambi i provvedimenti rappresenteranno un deterrente per i malviventi che danno vita ad episodi così violenti. Si tratta di vicende terribili – prosegue il primo cittadino – che creano un grave allarme sociale che dobbiamo sicuramente fronteggiare. Per questo la nostra è un’azione quotidiana di tutela del paese, soprattutto sul fronte della sicurezza di chi lo abita e sull’immagine stessa di Altavilla”.


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