PALERMO – Una corsa contro il tempo per salvare dalla demolizione la sede del Giornale di Sicilia di via Lincoln, evitando l’invio del commissario, o la sede dell’ex Standa in via Roma, oggi Lidl, approvando nel contempo 48 piccole varianti al Piano particolareggiato per il centro storico del 1993. Sala delle Lapidi dovrebbe prelevare nella seduta di oggi una delibera con cui mette mano al Piano del centro storico, vecchio di oltre vent’anni.
Uno dei tanti Piani particolareggiati redatti negli anni Novanta con l’obiettivo di cambiare il volto della parte più antica di Palermo, ma che contiene anche qualche errore materiale e alcune prescrizioni che vanno messe al passo con i tempi. In tutto una cinquantina di interventi che correggono e attualizzano il Piano che aveva l’obiettivo di riportare le lancette dell’orologio della città alla fine dell’Ottocento e all’inizio del Novecento, abbattendo per esempio alcuni edifici costruiti nel dopo-guerra e facendo spazio ad aree verdi.
Ci sono 11 errata corrige, vale a dire errori materiali da parte di chi redasse il Piano, sette istanze bocciate, sei trasformazioni da verde pubblico a privato (visto che reiterare i vincoli sarebbe costoso), dieci aree bianche da riperimetrare, due mantenimenti di porzioni di edifici che vanno demolite e, dulcis in fundo, otto mantenimenti di intere unità edilizie che vanno demolite. In questa ultima casistica rientrano l’ex Standa in via Roma e la sede storica del Giornale di Sicilia in via Lincoln, edifici assolutamente in regola, costruiti con tutte le autorizzazioni del caso ma che, edificati dopo il 1940, mal si integrano con il resto del centro storico.
Il Piano prevede che questi edifici vengano abbattuti e sostituiti con verde pubblico o con gli edifici pre-esistenti, il che vorrebbe dire che in via Lincoln dovrebbe sorgere una palazzina di appena quattro piani e una grande area verde a ridosso delle Mura delle Cattive. La proprietà del Giornale ha fatto ricorso al Tar, che ha intimato al consiglio comunale di pronunciarsi entro il 2 settembre, pena l’invio di un commissario che casomai deciderà al posto dell’Aula. Per questo Sala delle Lapidi oggi dovrebbe prelevare la delibera, nella speranza di approvarla in tempi brevi evitando il commissariamento e con l’intenzione di trattare tutte e 50 le varianti.
Tra queste ci sono anche il mantenimento della dependance del villino Ragusa-Di Chiara di via Lincoln, di una palazzo in via Porta Di Castro, il giardino di Palazzo Di Fiore, una porzione del convento di San Domenico, i fabbricati a ridosso dell’Oratorio dei Bianchi del 1800.
“Questa delibera si presenta come una variante generale che racchiude i vari Piani particolareggiati che insistono nell’area del centro storico – dice il capogruppo di Forza Italia Giulio Tantillo – bisogna tenere presente che nel 1993 sono stati approvati i Piani attuativi del centro storico e alcuni Piani particolareggiati e che il Ppe prevede un ripristino tipologico e filologico del tessuto urbano di quegli edifici costruiti nel periodo post bellico, in base alle previsioni del Prg del 1962. Gli uffici hanno suddiviso le varianti in cinque categorie che, per sommi capi, racchiudono le richieste di variante in un’unica delibera. A sua volta le varianti sono state suddivise in sei tipologie che noi riteniamo non omogenee e, per questo motivo, abbiamo detto che la delibera unica non è proponibile. Sarebbe opportuno che si presentassero sei delibere, suddivise per tipologie omogenee perché diverse sono le varianti e queste vanno trattate singolarmente. Siamo favorevoli alle varianti, ma non al metodo di accorpamento”.
