CATANIA – “Si tratta anche in questo caso di un atto dovuto per svolgere accertamenti tecnico scientifici”. Commenta così il Procuratore di Catania, Giovanni Salvi l’iscrizione nel registro degli indagati di una coppia di romeni nel fascicolo dell’omicidio di Maria Concetta Velardi, uccisa barbaramente il 7 gennaio scorso nel cimitero cittadino. I due, 36 anni lui e 35 lei, oggi si sono recati dalla polizia scientifica per degli esami “irripetibili” accompagnati da due consulenti di parte. Verifiche probabilmente legate ai test del dna sui capelli trovati nelle mani della vittima che si stanno svolgendo nei laboratori di Palermo.
Gli indagati “come atto dovuto” di questa inchiesta affidata al pm Giuseppe Sturiale, sotto il coordinamento di Salvi, sono dunque cinque. Fabio Matà, figlio della vittima che riveste in questo procedimento il doppio ruolo di indagato e parte offesa, assistito legalmente dall’avvocato Giuseppe Lipera che ha avviato indagini parallele, con la collaborazione di una criminologa, un medico legale, un investigatore e dell’ex generale dei carabinieri del Ris Luciano Garofano. Gli altri due nomi sono Michele Mascali, 75 anni e il 37enne Agatino Dottore.