Vendola: "Il Pd siciliano| investe sull'ambiguità" - Live Sicilia

Vendola: “Il Pd siciliano| investe sull’ambiguità”

Nichi Vendola, governatore pugliese, candidato alle primarie nazionali di centrosinistra, è venuto a Palermo per sostenere le candidature della sindacalista Giovanna Marano e di Claudio Fava: "La Sicilia ha bisogno di giustizia sociale. Il Pd siciliano investe sull'ambiguità".

IL LEADER DI SEL A PALERMO
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PALERMO – Se la congiuntura tra il Partito Democratico e l’Udc in Sicilia fosse un banco di prova per le elezioni del prossimo anno sarebbe un gesto di “autolesionismo per il Pd e una minaccia per la popolazione”. Nichi Vendola non fa sconti alle scelte dei democratici siciliani, soprattutto “sull’ambiguità” del sostegno a Raffaele Lombardo, perché la verità è che “una destra collusa ha potuto scorticare viva questa terra anche perché una sinistra subalterna non ha saputo essere un’alternativa reale, decente e credibile”.

“Il Pd siciliano  – continua Vendola – investe sull’ambiguità. In Sicilia non basta citare il nome di un persona perbene dell’Udc per risolvere tutti i conti di un partito che è stato il simbolo di un’infezione, di una patologia, perché l’Udc – ha detto Vendola – ha rappresentato uno dei luoghi topici e tipici dell’intermediazione peggiore”.

Il governatore pugliese, candidato alle primarie nazionali di centrosinistra, è venuto a Palermo per sostenere la candidatura della sindacalista Giovanna Marano, con Claudio Fava, che corrono per occupare i due posti più alti di Palazzo D’Orleans. E dà loro mandato di opporsi “all’oblio” e agli “esorcismi”, che secondo il presidente di Sinistra Ecologia e Libertà sta tentando di compiere Gianfranco Miccichè: “Che significa la parola ‘sogno’ detta da chi ha contribuito dalla Sicilia a distruggere il paese intero?” chiede ai giornalisti, in una conferenza stampa che ha anticipato la convention organizzata all’Astoria Palace. E ancora: “Se a fronte di questa crisi rispondiamo con il mito delle piccole patrie – ha aggiunto il leader di Sel – penso che ciascuno si avviterà dentro le proprie fobie e contraddizioni: l’indipendentismo è un antico sogno con qualche cattivo odore”.

E Vendola si chiede come la “destra possa tirare la Sicilia fuori dal baratro in cui l’ha gettata” e attacca “la grande armata” di Nello Musumeci, che “mette insieme il peggio del neofascismo dell’Isola con la sudditanza dei cavalieri del lavoro. Sono stati capaci di mettere insieme le cose peggiori in un aggregato che tenta di presentarsi con elementi di perbenismo”.

Ecco perché in Sicilia “cresce l’onda dell’antipolitica che fa attraversare lo Stretto a Beppe Grillo”. Ecco perché “un discorso aspro e aspramente populista – avverte Vendola – pieno di luoghi comuni, come quello di Grillo può attecchire in questa terra. Quando la politica non dà speranze, quello è il momento buono per chi investe sulle macerie”.

“La Sicilia – spiega Vendola – ha bisogno di ciò che ha bisogno anche l’Italia”: “Giustizia sociale” e la partenza della “fabbrica del territorio”. Ma prima “i siciliani devono buttare a mare i gattopardi”.


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