Veleni e paure nel vento di Trapani | Sfida a 5 nella città senza sindaco - Live Sicilia

Veleni e paure nel vento di Trapani | Sfida a 5 nella città senza sindaco

Un anno fa il ciclone che travolse le elezioni, oggi spuntano vecchi fantasmi. Messineo saluta FOTO

Amministrative, il reportage
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TRAPANI – Il vento che accarezza il lungomare dove attraccano le navi trascina con sé cartacce e lattine fino in via Duca d’Aosta sotto lo sguardo malinconico delle eritrine, gli alberi secolari che da sempre accompagnano la vita di Trapani e che da oltre un anno sono transennate in attesa di conoscere il proprio destino. La stessa attesa che vive la città: a distanza di un anno dal ciclone giudiziario che ha spazzato via i due potenti di un tempo, Mimmo Fazio e Tonino D’Alì, si torna al voto con cinque aspiranti sindaco (FOTOGALLERY). Gli ultimi giorni di campagna elettorale, però, non sono stati immuni da paure e veleni tornati ad aleggiare sotto la spinta di quel vento che è compagno di vita a Trapani.

Francesco Messineo

Il commissario straordinario Francesco Messineo

Una città per molti aspetti in ginocchio, che vive in uno stato di noncuranza, freddezza e distacco. La raccolta differenziata dei rifiuti ha preso il via con tanti problemi e punti interrogativi: in via Cristoforo Colombo, nella zona del porto peschereccio, i cumuli di sacchetti diventano triste consuetudine. Uno scenario che si ripete nei tanti angoli di una Trapani che ritenta la lotteria delle elezioni. A Palazzo D’Alì, sede del Comune, il commissario straordinario Francesco Messineo è al lavoro fino agli ultimi giorni del suo mandato. Ha fatto tutto il possibile, cercando di portare avanti la vita amministrativa e tappando le tante falle del sistema, ma un anno è lungo da trascorrere: “Sono stati mesi impegnativi – racconta l’ex capo della Procura di Palermo -. Abbiamo risolto tante questioni, come quella del mercato ittico, ma adesso la palla passa al prossimo sindaco. Il Comune ha tanti problemi che tuttavia non sono insormontabili e il bilancio – aggiunge – non ha debiti”. L’immagine che Trapani dà di se stessa nelle strade sporche e negli angoli dove l’inciviltà di molti deposita sacchi di immondizia è, però, di decadenza: lo specchio simbolico di questa china sta nel deserto dell’aeroporto di Birgi, aggrappato all’imminente bando che dovrebbe riaccendere l’interesse delle compagnie aeree, ma anche nella lettera d’addio di Vittorio Morace ai tifosi granata. Il patron del club calcistico, che dopo avere sfiorato l’olimpo della serie A è tornato in C, ha annunciato il suo disimpegno. In città si rincorrono voci di un possibile interessamento da parte di alcuni imprenditori locali, ma intanto nel frullatore della campagna elettorale finisce anche il calcio con i candidati che esprimono massima disponibilità a trovare una soluzione.

Il porto di Trapani

La roulette russa del voto questa volta vede cinque giocatori: pretendenti al trono di un impero che appare lontano dai fasti dell’America’s Cup. La campagna elettorale è andata avanti con toni bassi per tante settimane: acque calme come quelle del porto, ‘difese’ dal molo Ronciglio. La gara è stata a lungo quasi impercettibile per i trapanesi, ma da fine aprile la temperatura è tornata a salire e sulle cronache dei giornali locali sono comparse parole pesanti come “inchieste” e “mascariamento”. Le indagini della Procura sulla vicina Erice turbano il sonno dei trapanesi e le polemiche che da settimane si rincorrono in città, mischiandosi al chiacchiericcio da bar e ai veleni, sono state cristallizzate da Vito Galluffo, esperto avvocato di ispirazione socialista che guida una coalizione di centrodestra: “I trapanesi hanno il diritto di conoscere e di sapere prima delle votazioni – le sue parole in cofnerenza stampa -. Trapani non può correre il rischio di essere travolta da scandali giudiziari come un anno fa, sarebbe la fine”. Parole pesantissime indirizzate all’avversario Giacomo Tranchida, che nella città della vetta ha amministrato ma che al momento non è chiamato a rispondere di alcuna accusa. Galluffo parla di “tre indagini sull’Amministrazione di Erice” e Tranchida replica per le rime parlando di “mascariamento politico” tentato da chi “ha sonoramente perso le elezioni”. Il penalista trapanese, deciso a pigiare sul piede sull’acceleratore dopo un lungo battibecco con l’avversario sui giornali, chiede “chiarezza” alla magistratura. L’ex sindaco di Erice risponde ricordando il ruolo del legale nel processo Rostagno, con la difesa di Vito Mazzara, poi comunque assolto dall’accusa di aver ucciso il giornalista: “Galluffo tenta di offuscare la campagna elettorale che lo vede straperdente e finito politicamente”, dice Tranchida. E’ il secondo tempo di una polemica sulle “nebbie ericine” iniziata a fine aprile e che ora porta a un redde rationem tra i due a pochi giorni dal voto, con Tranchida che oggi replicherà in conferenza stampa all’avversario. 

I rifiuti in strada nella zona del porto peschereccio

In mezzo c’è la città, che nelle difficoltà dettate dal problema dei rifiuti attende un sindaco da più di un anno e che nel frattempo ha assistito alla scomparsa quasi definitiva dei partiti: gran parte dei vecchi simboli sono stati spazzati via non dal vento di Trapani ma dalla necessità di cogliere al volo il ‘soffio” dell’antipolitica. In campo sono rimasti Movimento cinque stelle, Lega, Forza Italia e Popolari-autonomisti. Il resto è una selva di liste civiche. Tranchida, che ha convinto anche il suo Pd ad ammainare bandiera accodandosi al suo ‘civismo’, ne ha con sé sette: dentro lo schieramento trovano posto anche esponenti del centrodestra che fu, ma per l’ex sindaco di Erice e Valderice questo non è un problema: “Tutti insieme vestiamo la maglia del Trapani, non ho padrini né padroni”, ama ripetere. “Ai trapanesi ricordo che il loro voto è libero e che nessuno può controllarlo”, arringa su un palchetto nel quartiere difficile di Sant’Alberto, dove in una calda serata conclude il suo tour giornaliero iniziato nella frazione di Marausa. In calendario anche una tappa a piazza Scalo d’Alaggio, dove propone una riqualificazione dell’area in cui attraccano i pescherecci: “Questo luogo riqualificato sarebbe di grande richiamo per i turisti”, dice incontrando i pescatori a cui da poco il Comune ha dato uno spazio per la vendita con una tensostruttura che dovrebbe porre fine all’illegalità e all’abusivismo. 

Il nuovo mercato del pesce

Il mercato del pesce non può mancare nei programmi di ogni tornata elettorale a Trapani: c’è anche in quello di Galluffo, che vuole inserire tutta l’area “in un percorso turistico di qualità”. Nel suo quartier generale di via Spalti l’avvocato penalista con la passione della politica ricorda la genesi della sua candidatura: “Avrei preferito continuare la mia professione o mettermi al servizio di un progetto, ma alla fine è andata così e ora sono in campo per cercare di pacificare questa città e per non consentire vittorie facili ai venditori di fumo. Se sarò sindaco – assicura – ci sarà collegialità delle decisioni e confronto”. Nel suo schieramento, fatto di tre liste, hanno trovato posto Forza Italia e i Popolari-autonomisti mentre al lancio della sua candidatura hanno fatto capolino anche due nomi pesanti del mondo socialista trapanese: l’ex deputato regionale Nino Oddo e l’ex assessore regionale Bartolo Pellegrino, assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. A difendere nelle aule giudiziarie il ‘leone di Guarrato’, che ottenne anche la prescrizione per il reato di corruzione, fu proprio Galluffo: “Nessun imbarazzo – spiega il legale – ero convintissimo della sua innocenza e, oltre a essere stato il suo difensore, sono e sarò sempre un suo amico”.

Alla corsa per Palazzo D’Alì partecipa anche il Movimento cinque stelle con l’architetto Giuseppe Mazzonello, amico ed ex collaboratore parlamentare del senatore grillino Vincenzo Maurizio Santangelo. Un tram-treno che attraversi la città sfruttando l’attuale linea ferrata e la riqualificazione dei settemila metri quadrati dell’ex mattatoio sono i punti cardine di un programma che prova a fare innamorare Trapani delle cinque stelle. Sulla sua strada troverà anche i nuovi alleati della Lega, che per la prima volta piazza il suo simbolo in una competizione amministrativa in città e che punta su Bartolo Giglio. “Ma qui non c’è alcuna intesa con gli uomini di Salvini”, si affretta a precisare Mazzonello che attacca Tranchida e Galluffo: “Rappresentano entrambi il vecchio modo di fare politica, un metodo fatto di agguati e contumelie reciproche che non ci appartengono. Noi andiamo avanti raccontando ai trapanesi il nostro programma”. L’architetto punta sulla forza del simbolo M5s ma a Trapani il neo vicepremier Luigi Di Maio, che domenica ha fatto tappa in Sicilia orientale, non si è visto: “Abbiamo comunque il sostegno dei trapanesi e sono sicuro che basterà per portarci al ballottaggio – sorride -, al secondo turno arriverà anche Luigi ad accompagnarci”.

A dieci minuti dal quartier generale grillino, in via Conte Agostino Pepoli il volantinaggio della Lega con Giglio e l’ex deputato regionale Livio Marrocco, leader dei Sovranisti di Gianni Alemanno in città: “E’ il nostro modo di stare vicini alla gente”, raccontano parlando di una Trapani che “guarda con interesse” all’esperimento di governo Lega-M5s. “C’è grande attesa per le risposte che dovranno arrivare – spiega Giglio, imprenditore agricolo – e sono sicuro che tanti trapanesi vorranno dare la loro fiducia alla Lega anche in queste votazioni. Tranchida e Galluffo? A loro dico che la città non può rivivere un nuovo dualismo dopo quello di Fazio e D’Alì”. La Lega a Trapani è al momento un vero e proprio rebus: difficile capire quanto farà presa lo stemma di Alberto da Giussano in questo estremo lembo di sud, ma intanto simbolo e nome sono in campo, così come quelli che fanno riferimento a Peppe Bologna, eclettico imprenditore che diede vita alla storica emittente locale Tele Scirocco. La sua unica lista, ‘Scirocco per Trapani’, riporta alla mente dei trapanesi quella esperienza: “Sono in tanti a ricordarsi di quella tv – racconta Bologna nel suo comitato elettorale di corso Piersanti Mattarella -, me ne accorgo nel mio porta a porta”. Un ritmo incessante che ha portato Bologna a battere quartiere dopo quartiere per quattro ore al giorno da settimane. La sua candidatura è partita da lontano: era il 15 gennaio e da Fontanelle Sud, una delle zone più difficili di Trapani, l’imprenditore con la passione per la televisione lanciava il suo nome per le Amministrative del 10 giugno. “Da allora ho fatto tanti chilometri e ho stretto tante mani di trapanesi convinti della bontà del mio progetto”, dice dopo aver donato agli abitanti del rione Cappuccinelli anche un murales “perchè le periferie di questa città – sostiene – sono un concentrato di idee, energie e passione”. Accanto a Bologna l’amico di sempre Gino Bosco, avvocato, designato assessore: “Peppe è un grande sognatore ma è anche un grande imprenditore, una figura come lui serve a questa città”, assicura mentre il vento della sera si sposta sulla litoranea nord e Trapani si addormenta in attesa che un sindaco torni a guidare Palazzo D’Alì.

TRAPANI, LA CAMPAGNA ELETTORALE PER FOTO 


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