“La nascita dell’Istituto regionale per lo sviluppo delle attività produttive ha colpito il cuore del sistema politico-mafioso e clientelare. È una riforma che va portata avanti: la nomina di un commissario non è valida, anzi, è nulla. E bisogna pertanto assolutamente prorogare i commissari liquidatori, in modo che si possa portare avanti il lavoro in modo sereno”.
La nomina di Luciana Giammanco a commissario straordinario dell’Irsap è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Ma l’assessore Marco Venturi aveva già dovuto mandare giù altri bocconi amari. Fino alla conferenza stampa di stamattina, in tandem con Andrea Vecchio, per denunciare irregolarità nella gestione della giunta. E soprattutto per chiedere di riaprire la madre di tutte le partite, quella riforma dei consorzi Asi (sostituiti proprio dall’Irsap) che Venturi considera la mission del suo mandato. E che la nomina del commissario straordinario, a suo dire, mette gravemente in discussione.
Assessore, potremmo dire con un eufemismo che la nomina l’ha colta in contropiede.
“È stata una decisione presa in mia assenza dalla giunta. Chiamiamola una forma di maleducazione istituzionale. Ma lasciamo perdere, guardando al merito, era una nomina che non si poteva fare. Ci tengo a precisare: non è per la persona, ma perl a procedura. A parte il fatto che la nomina non era nemmeno inserita nell’ordine del giorno della giunta, non si può commissariare un ente che ancora non è del tutto definito, visto che siamo stati bloccati dalla legge bloccanomine. Ho trasmesso in giunta un documento in cui osservo che da un punto di vista tecnico quella nomina non si può fare. Spero che la giunta vorrà prenderne atto”.
La sua proposta è quella di mantenere in carica i commissari liquidatori. Fino a quando?
“Intanto fino alle elezioni. Vede, questa riforma dei consorzi Asi è una norma che ha avuto una storia travagliata, è passata con tanta difficoltà. E ha avuto detrattori trasversali. I commissari liquidatori vanno assistiti nel lavoro che stanno portando avanti tra mille ostacoli sul territorio, scontrandosi con situazioni ad alto rischio. E adesso non bisogna interrompere questo lavoro”.
Parla di “situazioni ad alto rischio”. Si riferisce a qualche fatto in particolare?
“Penso ad esempio alla nota vicenda di Agrigento, dove sono stati allontanati tre dirigenti per delle gravissime violazioni. Sono licenziamenti che hanno pochi precedenti”.
Ha avuto modo di parlare con Lombardo dopo questa nomina?
“No. Lo incontrerò alla prossima giunta. Non se sarà convocata per domani, nessuno mi ha ancora avvisato”.
Lei ha raccontato che quella dell’Irsap non è stata la prima nomina “a sorpresa” di cui ha dovuto prendere atto.
“In mia assenza sono state fatte anche le nomine dell’Ircac e della Crias, mentre io ero al funerale di mia suocera. Si poteva aspettare un giorno o due, probabilmente”.
Si sente ormai un corpo estraneo in questa giunta?
“Io sono un tecnico puro, mentre questa giunta sta tornando politica. Come mission avevo quella di portare a temine la riforma delle Asi. È una riforma innovativa, apprezzata anche fuori dalla Sicilia. E in questa fase a me interessa salvaguardare la riforma e l’incolumità fisica dei commissari”.
La stagione del governo va a chiudersi, ormai. Pensa che la sua esperienza in politica continuerà anche dopo?
“No, di certo non mi candido. E finita quest’esperienza tornerò a fare quello che facevo prima”.
Oggi avete dato vita a questa sorta di sfogo pubblico con Andrea Vecchio. E gli altri colleghi assessori che dicono?
“Mah, ognuno ha impostazioni diverse, diciamo così”.