PALERMO – Ancora una volta quella macchia di rosso per ricordare il sacrificio di Libero Grassi. Palermo ha ricordato oggi l’imprenditore ucciso dalla mafia il 29 agosto del 1991 con quattro colpi di pistola mentre si recava al lavoro. “Il 29 agosto 1991 è stato assassinato Libero Grassi, imprenditore, uomo coraggioso, ucciso dalla mafia, dall’omertà dell’associazione degli industriali, dall’indifferenza dei partiti, dall’assenza dello Stato”, si legge sul manifesto che ogni anno i figli, Davide e Alice, appendono sul luogo dell’omicidio, in via Alfieri.
Il ricordo in via Alfieri
Istituzioni, semplici cittadini e rappresentanti delle forze dell’ordine hanno partecipato alla cerimonia di oggi per ricordare chi non piegò la testa davanti al racket e sfidò Cosa nostra pubblicamente per difendere il frutto del proprio lavoro. Presenti, tra gli altri, anche i ragazzi di Addiopizzo, che si sono sempre ispirati all’esempio di Libero Grassi e che per anni hanno portato avanti la lotta al pizzo insieme con la moglie, Pina Maisano, oltre che il prefetto di Palermo, Giuseppe Forlani.
“Libero Grassi punto di riferimento”
“Libero Grassi era un imprenditore, una persona civile, un punto di riferimento culturale che ha rappresentato e rappresenta ancora oggi, a distanza di 30 anni dal suo assassinio, l’esempio di una nuova coscienza per gli imprenditori”, ha affermato il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, anche lui oggi in via Alfieri. “In quegli anni – ha aggiunto – era isolato nella sua denuncia, ed era scomodo perché le istituzioni statali ed imprenditoriali avevano il volto della mafia. Oggi Libero Grassi può dire missione compiuta ma non ancora completata perché le zone grigie, in una Palermo cambiata in sintonia col sacrificio di Grassi nel rifiuto della violenza criminale mafiosa, seppur grandemente ridotte, continuano ad esistere”.
Fico: “Imprenditore onesto e coraggioso”
“Libero Grassi era un imprenditore onesto e coraggioso. Si rifiutò di pagare il pizzo e venne per questo ucciso dalla mafia. Successe esattamente trent’anni fa a Palermo. Figlio di una famiglia antifascista, fu chiamato Libero in ricordo del sacrificio di Giacomo Matteotti, assassinato dagli squadristi un mese prima che venisse al mondo. Nel suo nome è racchiuso tutto il percorso della sua esistenza: le certezze che lo hanno sempre accompagnato, gli ideali a cui non ha mai rinunciato, la forza delle sue difficili scelte, spesso compiute in solitudine, contro e nonostante tutti”. Lo scrive in un lungo post il presidente della Camera, Roberto Fico. Le istituzioni, aggiunge, “devono sostenere in ogni modo gli imprenditori onesti, attraverso adeguate misure sia di ordine economico e finanziario sia in termini di presidio della legalità e della sicurezza. L’attuazione del PNRR può e deve costituire un passaggio decisivo in questa duplice direzione e va pertanto accompagnata da interventi rigorosi contro le pratiche corruttive ed i rischi di infiltrazioni criminali. Una sfida che riguarda tutti ed alla quale ciascuno deve dare il proprio doveroso contributo. Di questo era convinto Libero Grassi ed è questo – conclude Fico – il modo migliore per ricordarlo ed onorarlo”.
Il ricordo di Maria Falcone
“Trent’anni fa la mafia uccideva Libero Grassi, un imprenditore che credeva nella dignità del lavoro e si è rifiutato di piegarsi al racket. Lasciato solo dalle associazioni di categoria, nel silenzio assordante di una Palermo prigioniera di Cosa nostra, decise di spiegare dalle pagine dei giornali, con poche e semplici parole, perché pagare il pizzo non era giusto. Un gesto rivoluzionario in una città allora sottomessa. La sua morte ha segnato una svolta. Nella consapevolezza di commercianti, imprenditori e cittadini c’è un prima e un dopo Libero Grassi”. Lo dice Maria Falcone, sorella di Giovanni Falcone e presidente della fondazione intitolata al magistrato, in occasione del 30esimo anniversario dell’uccisione di Libero Grassi. “In molti hanno raccolto il suo testimone con coraggio. – aggiunge – Oggi, anche grazie al lavoro di tante associazioni antiracket, Palermo è cambiata. Resta molta strada da fare, ma Libero non è morto invano”.
La Cisl Palermo: “Il suo No al pizzo sia ispirazione per tutti”
“Ricordiamo oggi il grande coraggio pagato con la sua stessa vita dell’imprenditore palermitano Libero Grassi a trent’anni dal suo assassinio, una forte ribellione oggi ancora fondamentale per liberare il nostro tessuto economico commerciale imprenditoriale dall’oppressione mafiosa” . Ad affermarlo è Leonardo La Piana segretario generale Cisl Palermo Trapani che aggiunge “la forza del suo No agli estortori sia ancora grande fonte di ispirazione per tutti affinché ogni giorno nelle azioni quotidiane e in ogni ambito prevalga il contrasto ai condizionamenti mafiosi. Perché solo ‘ Liberi ‘ dalla mafia potremo far rinascere i nostri territori e la nostra economia”.
CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA