Véstiti d'arance! |La moda si fa con gli agrumi - Live Sicilia

Véstiti d’arance! |La moda si fa con gli agrumi

Adriana Santanocito, la designer di moda catanese adottata da Milano, è cofounder insieme ad Enrica Arena di Orange Fiber, la startup di moda per realizzare tessuti ecosostenibili

Idee d'impresa
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CATANIA – Corre l’anno 2011, quando Adriana Santanocito completa gli studi in “fashion product manager” presso l’Afol moda Milano. Allora inizia a ragionare su cosa fare da grande, mettendo un focus sull’ambiente. Il fermento milanese e l’attenzione ai tessuti ecosostenibili hanno fatto il resto, portandola, quasi naturalmente, ad Orange Fiber.

“Orange Fiber è la risposta ad un problema – afferma Adriana Santanocito – che da siciliana ho avvertito durante i miei anni di permanenza nella capitale della moda: la sofferenza del settore agrumicolo. Da qui ho iniziato a riflettere per individuare una soluzione valida”. Detto fatto. “L’idea tra origine dalla biomassa, arance e limoni – prosegue – presenti in grandi quantità da utilizzare per creare prodotti ecosostenibili, quali capi di abbigliamento in grado di rilasciare vitamine sulla pelle. Tramite nanotecnologie, infatti, l’olio essenziale di agrumi viene incapsulato e fissato sui tessuti. Da qui, ha inizio un processo di rottura delle microcapsule presenti nel tessuto, in modo automatico e graduale, che comporta il rilascio delle vitamine sulla pelle”.

A ben pensare, la destinazione naturale degli agrumi è duplice: in primis il mercato alimentare, seguito da quello cosmetico. Si dimentica però che buona parte di arance e limoni giunge, ahimè, anche al macero. E’proprio in questo caso che, secondo il progetto di Adriana Santanocito ed Enrica Arena, cofounder di Orange Fiber, entra in gioco l’industria di trasformazione, una sorte di terza via in grado di porre in essere canali di vendita “alternativi”.

Adriana Santonocito

In quale fase si trova il vostro progetto?

Siamo in fase di brevettazione con il Politecnico di Milano: è in corso l’estrazione della cellulosa dalla biomassa in laboratorio. Il passaggio successivo è rappresentato dall’ingegnerizzazione, fase lavorativa intermedia che va dal laboratorio all’industria. Vogliamo arrivare alla trasformazione degli agrumi così da produrre materia prima, filato”– confessa entusiasta Adriana, che basta per guardarla dritta negli occhi per capire che ce la farà.

Come si crea un tessuto vitaminico?

“Occorre utilizzare tessuti da scarto, sia naturali che sintetici, sui quali incapsulare l’olio essenziale di agrume, attraverso le nanotecnologie. Tecnicamente si parla di finissaggio dell’olio nel tessuto, un trattamento che migliora quest’ultimo e che può essere effettuato da ditte specializzate attraverso l’impiego di macchinari e tecnologie altamente sofisticate, non presenti, ad oggi, sul territorio siciliano”.

Quali effetti provoca un tessuto vitaminico a contatto sulla pelle?

“I benefici sono quelli di una crema cosmetica idratante che viene stesa sul corpo, con la differenza che non occorre massaggiare per farla assorbire! Provare per credere! In più, i capi che non hanno un contatto diretto con l’epidermide di chi li indossa, giocano il ruolo di repellente anti zanzare! La bontà del progetto è duplice: Orange Fiber permetterà di recuperare scarti, offrendo uno sbocco di mercato “alternativo” all’agricoltura e creare benefici per il consumatore finale”.

Chi fa cosa in Orange Fiber?

“Io mi occupo del design e seguo la ricerca, mentre Enrica opera nell’area marketing – comunicazione e responsabilità di impresa. C’è un’ottima sinergia tra noi e ci confrontiamo costantemente”.

Adriana Santonocito insieme al presidente della provincia di Milano Guido Podestà

Quali riconoscimenti avete già ottenuto?

“Il nostro progetto ha vinto nel novembre 2012 la business plan competition “Dall’idea all’impresa” promossa da Assolombarda; si è classificato finalista (top 3) allo START CUP Lombardia promosso dall’unione degli incubatori e università Lombardia, edizione 2012 col business plan competition categoria cleantech & agrofood. Infine ha vinto il bando “ Diamo casa a 10 idee creative” II° edizione, promosso da Milano Provincia e Bic la Fucina”.

Quali supporti avete ottenuto a Milano?

“La regione Lombardia ha fornito diversi aiuti ed incentivi; la provincia di Milano ci ha inserito in un programma di preincubazione d’impresa, affiancandoci nella fase che va dall’idea alla creazione dei prototipi. Assolombarda permetterà quest’anno di realizzare la costituzione della società dedicandoci una consulenza gratuita di un team di professionisti quali notaio e commercialista”.

E la Sicilia? Sta a guardare?

“Mi rattrista dirlo ma non ci sono aiuti in tal senso; stiamo interloquendo con Confindustria ma ad oggi non ci sono dati significativi. Mi piacerebbe che la mia terra si interessasse concretamente al progetto Orange Fiber così da poter passare dalla fase di sperimentazione a quella industriale. Solo l’accesso ai laboratori di ricerca semindustriale permetterà di testare e certificare il prodotto e, conseguentemente, di industrializzare il processo. La Sicilia non offre gli strumenti necessari e forse, solo quando il processo sarà implementato, potrò pensare di sradicarlo e portarlo nella sua terra d’origine. Creare impianti significherebbe dare opportunità di lavoro, mettere in moto una macchina in grado di produrre benessere, ma sto guardando troppo oltre e mi sembra di schiantarmi contro la realtà nella quale viviamo. Che senso ha un progetto che so bene non vedrà mail la luce? Il Politecnico di Milano ha prospettato, invece, diverse opportunità.. staremo a vedere. Nel frattempo alcune aziende siciliane fornitrici di agrumi ci hanno già contattato attraverso l’università manifestando un compiuto interesse”.

Esiste già una mini collezione e a cosa si ispira?

“La collezione si compone di 10 pezzi e trae ispirazione dal gesto dell’abbraccio tra ricerca, tecnologia e sostenibilità. Da qui, forme morbide, curve e tessuti fluidi alcuni anche vintage, trattati con oli d’agrumi. Il costo medio dei capi è di circa 80,00 euro. Il mio desiderio, condiviso con Enrica, è di lanciare la collezione, proponendola ai clienti attraverso internet e stuzzicando la loro curiosità; in tal modo la campagna vendita avverrebbe esclusivamente on line”.

Adriana sta per ripartire, Milano l’aspetta: le festività natalizie sono ormai un ricordo ed è giunto il momento di far decollare il progetto potenzialmente valido e accolto positivamente dagli addetti ai lavori.

Ti mancherà la tua città?

“Mi mancheranno gli affetti, certo ma non vedo l’ora di rimettermi a lavoro all’interno dell’ufficio di design in Milano Metropoli, l’incubatore d’impresa in cui menti creative, giovani e dinamiche si ritrovano quotidianamente. Grazie ai premi conseguiti ci è stato messo a disposizione un ambiente straordinariamente stimolante con un risvolto sociale non indifferente: dal maggiordomo d’azienda alla babysitter”.

La Sicilia sta a guardare mentre i giovani talenti vengono assorbiti e gratificati. Promossi e spronati. Già, ma fuori dallo stretto di Messina. Catania – Milano in fondo non è poi così distante eppure sembra di essere “in un altro mondo”.

 

 


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