PALERMO – Una lunga giornata, fatta di incontri e riunioni. Una partita a scacchi che vede da un lato il Comune, che cerca e trova l’asse di Rfi, e dall’altra la Tecnis. La posta in palio è alta, anzi altissima: la realizzazione del primo stralcio dell’anello ferroviario, un appalto dal valore di 154 milioni di euro che però è da mesi al centro delle polemiche. Ritardi, lavori a rilento, taglio degli alberi, disagi per residenti e commercianti e, di conseguenza, un fiume di polemiche che si riversa tutto sul Comune.
E dire che Palazzo delle Aquile, in questa vicenda, dovrebbe avere un ruolo di mero spettatore: la direzione dei lavori è di Rfi, il Comune non ha voce in capitolo. Eppure però è il destinatario di ogni lamentela, di ogni (legittima) protesta. Una situazione scomoda che ha portato l’amministrazione Orlando a rompere gli indugi: qualche mese fa una lettera di protesta formale indirizzata alle Ferrovie, oggi un incontro durato quattro ore con Rfi. Oggetto proprio i cantieri dell’anello, con i ritardi e i problemi ormai noti.
Dal vertice sarebbe emersa una sostanziale sintonia fra i due enti, che ha spinto Rfi nel pomeriggio a incontrare la Tecnis per chiedere maggior rispetto dei programmi. I lavori sono indietro, i disagi sono molti. Il Comune, oggi, ha addirittura revocato l’ordinanza di chiusura di via Amari: i cartelli erano stati posizionati in ritardo, i lavori della precedente fase non ancora conclusi. E qui Palazzo delle Aquile ha giocato d’astuzia: ha bloccato l’ordinanza, lanciando un chiaro messaggio alla ditta, nel tentativo di imporle di scendere a patti. Le richieste del Comune, del resto, sono note: maggiore attenzione per la sostenibilità contrattuale dell’intervento, ma anche per quella sociale, mitigando i disagi di commercianti e residenti. L’amministrazione non ha alcuna intenzione di stare a guardare e oggi ha fatto due mosse: la revoca dell’ordinanza e l’incontro con Rfi, in attesa degli sviluppi. La Tecnis si è trincerata dietro il silenzio, pur respingendo le accuse.
Tutto a questo punto dipenderà da Rfi: saranno loro a decidere se applicare sanzioni, se minacciare provvedimenti anche estremi. Ma a questo punto la domanda è d’obbligo: che ne sarà dell’anello ferroviario?