CALTANISSETTA – Ci sono anche i nomi dei magistrati Nino Di Matteo e Anna Palma nelle dichiarazioni che il magistrato Domenico Gozzo ha fatto ai magistrati nisseni sul presunto depistaggio nelle prime indagini per la strage di via D’Amelio, in particolare sulla circostanza che due poliziotti, nel ’94, non volevano sottostare alle imposizioni di Arnaldo La Barbera sulla gestione del falso pentito Vincenzo Scarantino. Confidenza che gli sarebbe stata fatta da Gioacchino Genchi, il quale, a sua volta, avrebbe appreso tutto da un ex poliziotto della scientifica di Palermo, Bartolo Iuppa. Il 7 giugno scorso Gozzo, davanti ai pm nisseni, ha dichiarato: “Il dott. Genchi mi fece esplicitamente il nome del dott. Di Matteo come magistrato giovane, che lui non conosceva personalmente, come persona alla quale rivolgersi per riferire quanto i due poliziotti stavano vivendo. Genchi mi fece anche il nome della dott.ssa Palma come persona alla quale il dott. Di Matteo poteva avere riferito quanto appreso dai due poliziotti e che potesse averlo riferito a sua volta a La Barbera. Nella mia relazione non ho inserito il riferimento alla dott.ssa Palma perché mi è sembrata una deduzione del dott. Genchi; nella relazione non ho indicato il nome del dott. Di Matteo per questioni di riservatezza”. Sia Genchi che Iuppa negano di avere mai avuto confidenze o di avere appreso nulla su queste vicende; entrambi saranno ascoltati su queste circostanze nel quarto processo per la strage di via D’Amelio, in corso davanti alla Corte d’Assise nissena, che riprenderà il prossimo 12 luglio.
La vicenda ruota attorno al falso pentito Scarantino. Nella foto Domenico Gozzo
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