PALERMO – Chiudere Riscossione Sicilia e affidare le competenze dell’ente direttamente a Equitalia. È una delle proposte contenute nella ‘finanziaria ombra’ depositata dal gruppo di Forza Italia all’Ars in commissione Bilancio. Ventiquattro articoli che “guardano allo sviluppo e al sostegno dell’occupazione per superare le criticità della manovra economica presentata dal governo Crocetta”, spiega il capogruppo azzurro Marco Falcone presentando il testo in conferenza stampa a Palazzo dei Normanni insieme con i deputati Franco Rinaldi e Vincenzo Figuccia. “La manovra del governo? E’ assolutamente carente, dimentica i settori nevralgici dell’economia siciliana”.
E la ricetta di Forza Italia passa innanzitutto dalla soppressione di enti considerati inutili. Come Riscossione Sicilia. “Un’azienda strategica – ammette Falcone – ma che crea un debito giornaliero di 33 mila euro al giorno. Ecco perché nella nostra proposta di finanziaria prevediamo la messa in liquidazione dell’ente, il passaggio della quote a Equitalia. Stop al ‘balletto’ a cui è chiamata l’Ars, che ogni mese si deve riunire per la ricapitalizzazione. Riscossione Sicilia è diventata un buco nero per la Regione. Ed è giusto chiuderla”. Soppressione che secondo Forza Italia deve riguardare tutti gli enti, definiti “carrozzoni da riformare”, come lo Iacp, l’Esa e l’Aran, oltre a quelli già in liquidazione. “Procedure che in alcuni casi vanno avanti da più di vent’anni, e che dovranno concludersi entro il 31 luglio”, spiegano i forzisti.
Tagli, ma non solo. La ‘finanziaria ombra’ elimina la riduzione di 130 milioni di euro di contributi ai comuni “che il governo ha previsto rispetto allo scorso anno”. Somme da recuperare con un’anticipazione dal Fondo pensioni “che oggi rappresenta il tesoretto della Regione”. Forza Italia pensa alla costituzione di un fondo da 15 milioni di euro per le opere pubbliche, a cui i comuni potranno attingere. “Fondo – dicono – che sarà poi rimpinguato dal finanziamento stesso dell’opera”. Ma la parola d’ordine è “contenimento della spesa pubblica”. A iniziare dalla quella sanitaria. “Da un alto occorre ridurre le spese di consulenza, collaborazione e gli incarichi esterni. Dall’altro, allineare il trattamento pensionistico alle norme nazionali – sostiene Falcone -. Basterebbe questo per un risparmio di otto milioni di euro”. Nella stessa ottica si inquadra la proposta di mettere un tetto agli stipendi dei dirigenti generali della Regione, delle società partecipate e delle controllate. “Un tetto che non superi il 50% delle indennità dei deputati”. Contenimento che passerebbe anche dai Consorzi di bonifica. E in particolare dalla riduzione del contributo regionale per gli stipendi. “Secondo la nostra proposta -spiega ancora Falcone -, la Regione continuerebbe a pagare l’85% delle mensilità. Il resto toccherebbe ai contribuenti, attraverso i canoni tributari. È giusto che anche gli agricoltori contribuiscano al sostentamento di questi enti”.
Il ddl firmato dai deputati azzurri prevede anche misure a sostegno dell’occupazione. Come la creazione di un fondo da 24 milioni di euro che nelle intenzioni dei forzisti “porterà a 2000 nuove assunzioni. Si tratta di un contributo alle imprese che assumono gli iscritti alle liste di mobilità”. Fondi da recuperare soprattutto attraverso “il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro, istituito nel 2014 ma rimasto lettera morta”. Accanto a questo, il disegno di legge prevede l’avvio di 1000 cantieri lavoro. “Una valvola di sfogo per 18 mila persone”, sottolinea Falcone. “Con questa nostra proposta stiamo dimostrando che la crisi economica si può affrontare – sono le parole di Figuccia -, con misure che vanno incontro allo sviluppo e al sostegno della spesa”.
Rinaldi punta, invece, il dito contro la finanziaria presentata dal governo: “Alcune norme andrebbero stralciate, come quella riguardante le cooperative edilizie. Presenteremo un emendamento. Diciamo basta al rifinanziamento annuale delle cooperative – afferma il deputato messinese -. Stabiliamo, piuttosto, una forma di finanziamento diretto per l’acquisto di case già esistenti. Si darebbe finalmente una risposta seria al problema della richiesta abitativa e si eviterebbero gli intoppi di un iter burocratico troppo macchinoso”.
Riceviamo e pubblichiamo la replica del coordinatore e portavoce della Conferenza Regionale dei Direttori degli IACP siciliani, Calogero Punturo.
“Ritengo che sia offensivo definire gli IACP inutili carrozzoni da sopprimere. Offensivo nei confronti dei 600 dipendenti siciliani che quotidianamente si confrontano con situazioni e realtà molto complesse. È ben nota la situazione di disagio economico in cui versano numerose famiglie siciliane e la possibilità di assegnare alloggi popolari rimane una delle pochissime risorse utili a dare man forte a persone il più delle volte abbandonate dalle altre istituzioni. Istituzioni che molto spesso non collaborano con gli Istituti per far fronte ai moltissimi casi di occupazioni abusive, più volte saltati alle cronache nazionali, che ledono il diritto dei legittimi assegnatari di vedersi attribuire un’abitazione.
La Sicilia è l’unica Regione che non ha ancora adottato una riforma che possa adeguare gli IACP a quelli che sono i modelli nazionali, sì da rendere gli enti macchine efficienti e funzionali a quelle che sono le esigenze del territorio. La conferenza dei Direttori ha proposto al Governo Regionale ben 4 riforme, rispettivamente nel 2009, nel 2011, nel 2013 e l’ultima è stata presentata a Palermo il 2 febbraio scorso, alla presenza degli assessori Pistorio e Baccei. La proposta fa riferimento alle esperienze già consumate e provate da altre regioni italiane, in particolare quelle del Veneto, Emilia Romagna e Toscana, dove oggi si realizzano alloggi popolari ed alloggi sociali con immediati e favorevoli riscontri.
La ventilata soluzione del Governo Regionale di sopprimere gli IACP per creare un’unica agenzia regionale inglobata nella elefantiaca macchina regionale, realizzerebbe l’ennesima sconfitta così come accaduto per le ex ASI e per i consorzi di bonifica. Appare oltremodo anomalo che tale proposta arrivi proprio da Forza Italia e che assuma questa posizione in Sicilia, visto che, invece, è stata promotrice delle riforme degli IACP in diverse regioni d’Italia, tra cui Veneto e Lombardia, ottenendo idonei risultati. In ogni caso, la conferenza dei direttori è sempre pronta ad un confronto costruttivo con chiunque abbia l’obiettivo di migliorare l’attuale situazione nel rispetto delle esigenze dell’utenza e del personale tutto e ad illustrare e chiarire quali siano i punti chiave che hanno condotto all’elaborazione di una proposta di riforma funzionale con l’ottica del risparmio e dell’efficienza, proprio per la conoscenza delle problematiche e la vasta e concreta esperienza nel settore”.