Un netto cambio di direzione nella gestione dei Beni Culturali siciliani: è questa la nuova strategia elaborata e adottata dall’assessore Gaetano Armao per il rilancio della fruizione dell’immenso patrimonio culturale isolano che punta soprattutto a un solido partenariato tra pubblico e privato per nuove prospettive di sviluppo .
“ Crediamo che un mix tra pubblico e privato – ha dichiarato l’assessore regionale ai Beni culturali nel corso di una conferenza stampa di presentazione del bando di gara per la gestione integrata dei servizi al pubblico a villa Florio, a Palermo – sia la soluzione vincente per un migliore gestione delle risorse culturali”.
Un incontro con la stampa che ha anche visto la presenza di diversi rappresentanti del mondo imprenditoriale, bancario e manageriale, interessati alla nuova iniziativa. Questo nuovo sistema di gestione integrata – a norma dell’articolo 117 del decreto legislativo n.42/2004 – prevede l’indizione di cinque bandi di gara che sono stati già pubblicati il trenta giugno sulla Gazzetta Europea per l’appalto integrato di ben sessanta siti culturali siciliani.
Per le provincie di Agrigento, Trapani, Messina e Palermo è previsto un apposito bando, mentre un altro bando riguarda le provincie di Catania, Caltanisetta, Ragusa e Siracusa. Ogni bando di gara è poi suddiviso in lotti, questo per permettere la partecipazione sia delle grandi imprese del settore, ma anche di quella più piccole, al fine di coinvolgere una tipologia più vasta e più capillare di imprese.
Due lotti, ad esempio, interessano la provincia di Agrigento: rispettivamente un primo che ingloba il Museo archeologico regionale e il Parco della Valle dei Templi e un secondo che, invece, comprende la Casa Museo di Luigi Pirandello e l’area archeologica di Eraclea Minoa.
Per la provincia di Palermo previsti invece tre diversi lotti per quattordici beni culturali interessati tra le diverse perle del territorio palermitano come Palazzo Abattelis, il Castello della Zisa o l’area archeologica di Himera.
Quattro lotti, invece, per Messina tra cui spicca il lotto tre che comprende i Giardini Naxos e il Teatro greco. Due lotti per quella di Trapani, mentre sette lotti per un unico bando previsto per la vasta area delle provincie di Caltanissetta, Catania, Ragusa e Siracusa che comprende beni come la casa Museo di Giovanni Verga e l’area archeologica di Noto.
“Dopo le fallimentari esperienze di gestione esclusivamente pubblica dei beni monumentali, quella dell’incontro tra pubblico e privato era una tappa obbligata per quelli che considero il vero oro bianco della Sicilia – ha precisato Armao – e su questi bisogna scommettere per una crescita culturale ed economica”. L’assessore Armao smentendo alcune polemiche che avevano accompagnato l’iniziativa che era stata bollata come una vera e propria operazione di privatizzazione dei beni culturali siciliani ha detto: “Il nostro fine non è quello di privatizzare i beni culturali come certa stampa ha insinuato. La privatizzazione non è una procedura fattibile ne da punto di vista giuridico ne è una proposta che ci appartiene da un punto di vista concettuale, ma l’idea è quella coinvolgere le imprese del territorio per trarre dei benefici dalla esternalizzazione del servizio che comunque resterà sempre sotto il controllo e la regia dell’amministrazione pubblica”.
Saranno così affidati ai privati tutti quei servizi di gestione come l’accoglienza, la ristorazione, il guardaroba e la biglietteria. Resteranno, invece nei capitoli di spesa della pubblica amministrazione quei servizi come la pulizia. Una decisione, quest’ultima presa per rendere più produttivo l’accesso dei privati. Il bando di gara previsto per un cifra complessiva di quasi nove milioni di euro avrà una durata quadriennale rinnovabile per una sola volta per altri quattro anni, previo adempimento del concessionario di tutti gli oneri derivanti dalla concessione scaduta.
L’aggiudicazione dell’appalto verrà affidata all’offerta più vantaggiosa tra quelle presentate da determinarsi sulla base di parametri e con l’applicazione del metodo del confronto a coppie che tenga conto del 70% dell’offerta tecnica e del 30% di quella economica. “Una procedura che punta su tutto alla qualità del servizio offerto – ha dichiarato l’architetto Gerlando Campo, direttore generale dell’assessorato ai Beni Culturali, accanto ad Armao per spiegare i dettagli della procedura di gara – e non solo al maggiore rialzo in termini economici e quindi, alla migliore offerta rispetto a una previsione gestionale complessiva”.
L’assessore Armao ha infine annunciato una futura iniziativa di project financing entro fine anno su quei siti dove ancora non è stata attivata la procedura del bando di gara come la Tonnara di Favignana o il Collegio dei Poveri in corso Calatafimi a Palermo, mentre sarebbero in arrivo all’incirca cinquanta milioni di fondi FAS che, Armao conta anche di poter raddoppiare, da spendere per rafforzare le strutture di altri diversi siti culturali. Entro la fine di luglio i cinque bandi di gara saranno presentati dallo stesso assessore Armao a livello nazionale, dapprima a Roma e successivamente alla Triennale di Milano.