PALERMO – L’auto con cui il commando è riuscita a scappare è stata ritrovata bruciata dai carabinieri lungo i tornanti che portano alla discarica di Bellolampo. Ad uccidere Daniele Discrede non sono stati tre sprovveduti ma delinquenti bene organizzati. E soprattutto pronti a tutto. Aveveno già programmato di sbarazzarsi della Citroen di colore scuro con la quale, un testimone, li aveva visti scappare da via Roccazzo pochi istanti dopo aver crivellato di colpi il commerciante.
“Mi hanno rubato i soldi. Sto morendo, sto morendo”. Daniele Discrede ha fatto in tempo a pronunciare queste parole. Sei o sette proiettili di calibro 9 non gli hanno lasciato scampo. E’ morto a 42 anni, freddato davanti alla figlia che teneva per mano e che di anni ne ha appena otto.
“Una rapina finita nel più tragico dei modi”, è la prima ipotesi su cui lavorano gli agenti della Squadra Mobile di Palermo. Le indagini partono dalle ultime e drammatiche parole del commerciante, titolare di un supermercato in via Roccazzo, di fronte il deposito degli autobus Amat. È stato lui, prima di spirare, a raccontare cosa era accaduto. Ieri sera intorno alle 22 e 30 Discrede era uscito dal piccolo ufficio accanto al supermercato “L’Isola del risparmio”, al civico 90 di via Roccazzo.
Aveva in mano il casco e aveva già acceso la motocicletta, in sella alla quale sarebbe montato per tornare a casa. Assieme a lui c’era la figlia di otto anni. Si sono materializzati tre uomini, armati e con il volto coperto da un passamontagna, nel piccolo piazzale davanti al capannone che si trova fra l’ufficio e il cancello di ingresso. Uno ha bloccato la bambina, gli altri avevano come obiettivo il borsello in cui Discrede conservava una parte dell’incasso. Circa quattromila euro. Il commerciante potrebbe avere tentato una reazione. Forse avrebbe cercato di colpire con il casco uno degli aggressori. E si sarebbe scatenata la furia omicida dei rapinatori divenuti killer. Una serie di colpi ha raggiunto Discrede al petto, dando al delitto le caratteristiche di un’esecuzione spietata.
Poi, gli assassini sono fuggiti. Forse a bordo di una macchina che li aspettava all’esterno. L’ingresso dell’ufficio si trova in una stradina laterale a una manciata di metri da via Roccazzo. È stato un vicino ad avvertire la polizia. I colpi e le urla della bambina rompevano il silenzio della popolare zona alla periferia della città. Straziante la scena della piccola accanto al corpo insanguinato del padre. Subito sul posto sono arrivati i sanitari del 118. La corsa al Civico è stata inutile. Sul cancello di ingresso campeggia un cartello con la scritta “aera videosorvegliata”. Le immagini delle telecamere a circuito chiuso potrebbero essere decisive per le indagini.