PALERMO – Un uomo assassinato al termine di una giornata di lavoro. Davanti agli occhi della figlia. Un commando di tre persone. Una macchina bruciata. Sono i punti fermi di un puzzle investigativo ancora da completare mentre una famiglia piange un “grande lavoratore”, Daniele Discrede, 42 anni, marito, padre di due bambini. La morte è, purtroppo, la funesta conclusione di una serata di sangue in via Roccazzo. I punti da chiarire restano tanti.
Spuntano anomalie da qualunque prospettiva investigativa si analizzi l’agguato davanti al supermercato nei pressi del deposito Amat. Una rapina finita in tragedia o un agguato mascherato da rapina? Tre uomini armati si presentano in via Roccazzo. Sono le 22 e 30 di venerdì sera. Discrede esce dall’ufficio accanto al capannone delle vendite. È insieme alla figlia di otto anni. Due uomini del commando scendono dall’auto, una Citroen, di colore scuro, dove il terzo li aspetta al volante. Hanno il volto travisato. Irriconoscibili. Discrede accende la moto. Quando vede i due armati si avvicina alla figlia. Lasciando il casco cadere per terra.
Sembrerebbe non trovare conferme, dunque, la tesi secondo cui il commerciante avrebbe cercato di reagire. Se lo ha fatto, in ogni caso, non si sarebbe servito del casco per lanciarlo agli uomini che lo minacciavano armi in pugno. È stata la bambina ad avere la freddezza di prendere il suo telefonino per chiamare aiuto. Ha telefonato alla nonna. Sul posto è arrivata una volante. Quando gli agenti sono scesi nel piazzale antistante l’ufficio Discrede era ancora vivo. Ha fatto in tempo a dire “mi hanno rubato i soldi, sto morendo, sto morendo”, facendo riferimento al borsello con l’incasso, 4.500 euro, che gli era stato portato via.
La corsa in ospedale è stata inutile. Una rapina culminata in tragedia, dunque. Gli investigatori si chiedono, però, quale motivo c’era di fare fuoco davanti ad un uomo con la sua bambina. Già la minaccia verso la piccola indifesa sarebbe stata più che sufficiente per mettere a segno il colpo senza rischiare troppo. O forse proprio la presenza della bimba, la spontanea voglia di proteggerla, ha spinto il padre a fare qualche gesto che ha potuto spaventare i rapinatori. Solo che sembrerebbe che per prima cosa i malviventi abbiano allontanato la bambina.
Perché, per evitare che anche lei venisse colpita? Dunque avevano già intenzione di fare fuoco? E qui si presenta l’ipotesi dell’esecuzione. Che, però, non è stata portata a termine. Discrede è deceduto mentre tentavano, invano, di trasportarlo in ambulanza. Quando i te rapinatori sono scappati, l’uomo era ancora vivo. Un killer esperto che spara sei colpi con una calibro 9 a canna corta, fanno notare gli investigatori, non sarebbe andato via senza premere il grilletto un’ultima volta, per il colpo di grazia. Insomma, rapinatori inesperti o killer senza la freddezza necessaria? Che poi hanno bruciato la macchina ritrovata dai carabinieri lungo i tornanti che conducono alla discarica di Bellolampo. E una macchina si brucia in fretta e furia solo se ti sei portato dietro ciò che serve per appiccare le fiamme, se hai programmato anche questo passaggio per fare perdere le tracce.
Non ci sono precedenti penali e neppure episodi dubbi nella vita di Discrede. Dagli interrogatori di amici e parenti è venuta fuori la figura di un grande lavoratore. Che di recente si era lasciato alle spalle una non proprio positiva esperienza professionale. Circa sei mesi fa aveva chiuso la società che gestiva il supermercato ed era diventato il direttore commerciale del punto vendita che, nel frattempo, sotto la nuova proprietà, aveva cambiando nome in “L’isola del risparmio”.
Gli uomini della Squadra mobile, coordinati dal pubblico ministero Nino Di Matteo e dal dirigente Stefano Sorrentino, hanno chiesto il supporto dei finanzieri per fare uno screening della situazione economica di Discrede. Il compito di decriptare il codice di sicurezza con cui la vittima proteggeva le immagini delle telecamere di sicurezza è stato affidato ad un perito.