PALERMO – Sarebbero stati loro a condurre una delle imbarcazioni del viaggio della speranza tra la Libia e la Sicilia. Due uomini egiziani, di 52 e 28 anni adesso arrestati dalla squadra mobile della Questura di Palermo. Il provvedimento di fermo per indiziato di delitto è scattato per due presunti scafisti in relazione allo sbarco del 2 maggio avvenuto al porto del capoluogo siciliano.
I due, Assan Ismail e Deer Mohamed , erano stati traferiti nel Cie di Pian del Lago, a Caltanissetta, in attesa del decreto di espulsione in quanto cittadini egiziani e quindi non aventi diritto all’asilo. Qui sono stati arrestati e condotti nel carcere nisseno con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. I due sono stati riconosciuti come scafisti durante le fasi di soccorso: gli uomini della Marina avevano notato i due egiziani vicini al timone dell’imbarcazione e, una volta a bordo, si erano ulteriormente distinti sia per le loro condizioni fisiche – erano meno provati dalla traversata – sia per la loro etnia nord africana rispetto a quelle sub sahariane degli altri migranti.
Ma non finisce qui “perché ulteriore elemento di sospetto erano state poi le generalità fornite dai due uomini – spiega il dirigente della sezione Criminalità organizzata della squadra mobile, Antonino De Sanctis – prima dichiaratisi eritrei, poi egiziani e poi nuovamente modificate”.
E fondamentale è stata anche la testimonianza dei migranti, il quale racconto era iniziato molto prima dell’arrivo sulle coste italiane e che, sottolinea o De Sanctis, “non può che essere inquadrato in un contesto più grande gestito da un’organizzazione criminale transnazionale in grado di reclutare migranti, trovare le imbarcazioni, organizzare gli spostamenti, gli stazionamenti e poi imbarcare i migranti su queste imbarcazioni con le condizioni di rischio che ben conosciamo”. Un viaggio può costare, infine, anche 4500 dollari.