Viaggio della speranza finito in tragedia |"Siamo scappati per salvarci" - Live Sicilia

Viaggio della speranza finito in tragedia |”Siamo scappati per salvarci”

(Foto di Orazio Di Mauro)

La speranza di cambiare vita e la tragedia. Le storie dietro la morte dei sei migranti e il ruolo di coloro che hanno lavorato ai soccorsi. E la mano di un padre sulla testa di un bimbo che sorridendo sembrava volesse dire: "Siamo salvi, è tutto finito". LA DIRETTA DELLO SBARCO

CATANIA – “Mi sono tolto la giacca per usarla come coperta e riscaldare un bimbo molto piccolo, quando l’ho preso in braccio il cuore mi si è stretto dall’angoscia”. Le parole sono quelle di uno degli operatori dell’Unità Navale dei Vigili del Fuoco al Porto di Catania, uno dei tanti che ieri mattina hanno soccorso in mare i novantadue migranti che hanno raggiunto la spiaggia di Catania dopo una lunga traversata in mare. Uno dei tanti viaggi della speranza che ha avuto come epilogo la morte per sei giovanissimi, alcuni dei quali minorenni.

“Non è stato facile iniziare le fasi di soccorso – continua il Vigile del Fuoco – molti volevano restare nel barcone. Li abbiamo fatto capire che eravamo lì per aiutarli. Una persona che parlava molto bene inglese mi ha detto che è scappato dalla Siria per salvarsi la vita”.  Come i sei giovani che non appena hanno visto la spiaggia della Playa sono saltati dal peschereccio pensando che si toccasse, ma invece si sono trovati i fondali profondi e sono annegati forse perché non sapevano nuotare.

Sono sbarcati davanti agli occhi attoniti di chi ieri mattina presto era già andato in spiaggia. Sei cadaveri sulla battigia e poi uno a uno 92 persone in cerca di un nuovo futuro. Nello stesso momento al Porto, alla Vecchia Dogana, Catania dava il “Welcome” a 12 mila crocieristi che hanno “invaso” le strade cittadine. “Ironia della sorte” per usare le parole di Villari, della Cgil; la tragedia ha investito Catania proprio il giorno dell’Operazione San Lorenzo. L’occasione (così era stata definita) che poteva rappresentare il rilancio turistico di Catania. Ieri, invece, è stato il giorno del dolore e del lutto.

La sala allestita al Porto di Catania per accoglierli, ieri mattina, era piena di volti confusi e atterriti. Sulle mani ad ognuno di loro era stato scritto un numero: dall’1 al 92. Ad un certo punto un uomo, ha detto di essere un siriano, si è avvicinato a un operatore del 118 facendo il segno della tastiera del telefono. Avrebbe voluto chiamare, avvertire la sua famiglia, ma ha dovuto attendere. E’ stato difficile comunicare con loro, non hanno permesso di avvicinarci con le telecamere. Non abbiamo potuto farci raccontare il loro lungo viaggio. I motivi che li hanno portati fino a qua.

Da dove sono partiti? “Su questo non ci hanno detto niente – ha raccontato a LiveSiciliaCatania uno degli operatori del 118 – ci hanno solo mormorato che vengono dalla Siria e altri dall’Egitto”. “Siria, Siria” ci ha sussurrato un uomo quando abbiamo chiesto da dove venisse. Pochi secondi, perché la polizia ci ha invitato ad allontanarci.

Gli operatori al lavoro (Foto Orazio Di Mauro)

I bambini, quasi una ventina, sembravano sereni. Mangiavano il loro cioccolato, si facevano mettere le calze dalle volontarie e cercavano tra i vestiti usati portati dalle varie associazioni quello che gli piaceva di più. L’angoscia invece si leggeva negli occhi di qualche donna. “Ci hanno raccontato che hanno dovuto lasciare il marito in Siria – ci ha spiegato ancora un’operatrice – ma ci sono anche intere famiglie mamma, papà e figli. Sono quasi tutti giovanissimi”. Hanno scelto di affrontare una lunga traversata per trovare una nuova casa. “Hanno detto che hanno viaggiato per 15 giorni, ma – ci ha spiegato una volontaria –  non possiamo essere certi di queste informazioni “.

La procura ha aperto un’inchiesta. Perché mentre sono chiare le cause del decesso dei sei, il medico legale ha accertato l’annegamento; c’è un grosso punto interrogativo su come siano potuti arrivare i novanta migranti dal Nord Africa alle coste catanesi con una imbarcazione così piccola. Si ipotizza che la traversata sia stata fatta su una nave madre e che poi siano stati messi a bordo del peschereccio vicino alla costa. Sono scattate le indagini delegate dal Procuratore Giovanni Salvi a Carabinieri e Polizia per individuare eventuali scafisti. Nel fascicolo i reati contestati, al momento contro ignoti, sono favoreggiamento all’immigrazione clandestina e omicidio colposo plurimo.

Il sindaco di Catania Enzo Bianco ha proclamato il lutto cittadino per il prossimo 14 agosto. Mercoledì si potrebbero celebrare anche i funerali delle sei vittime. L’incertezza è dovuta a una questione burocratica: infatti una volta identificati i sei migranti,  i familiari dopo essere stati avvisati potrebbero richiedere il rientro delle salme in patria e procedere, loro, con i riti funebri. Se così non fosse sarà l’amministrazione comunale a farsi carico delle funzioni in accordo alla religione di appartenenza e provvederebbe anche alla sepoltura.

I primi ad essere stati allontanati dal porto ieri e accompagnati nelle strutture di accoglienza sono stati i bambini e le mamme. Visita, fotoidentificazione e a gruppetti tutti sul furgoncino per lasciare la sala. Gli ultimi sono stati gli uomini la cui destinazione è stata il Cara di Mineo, anche se 42 sono stati trasferiti alla scuola Andrea Doria, concessa dal comune come sede per ospitare chi si è rifiutato di farsi identificare.

Ad un certo punto la nostra visita è stata interrotta e siamo stati invitati ad allontanarci: un uomo con la mascherina si è avvicinato chiedendo se avessimo finito il nostro lavoro. L’ultima scena a cui abbiamo assistito prima di uscire, è stata quella di un papà che poggiava una mano sulla testa di un bimbo e gli sorrideva: “Siamo salvi – sembrava volesse dirgli – è tutto finito”.


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