PALERMO – Scoppia la polemica sul piano di riordino del corpo di Polizia Municipale di Palermo. O presunto tale, dato che il comandante Vincenzo Messina replica piccato alle accuse delle parti sociali sottolineando “di non essere a conoscenza di alcun piano ma solo di voci. Si tenga presente che la parte trattante, per quanto riguarda l’Amministrazione, è l’ufficio Sviluppo Organizzativo, non certo il comando della Polizia Municipale”. Nel frattempo monta la protesta e già ieri personale e sindacati hanno organizzato due assemblee dove erano presenti le sigle confederali Cgil, Cisl e Uil ma anche i Cobas e la Cub Pubblico Impiego.
Tutto comincia quando fra i corridoi del comando di via Dogali circolano le prime ipotesi sulla prossima riorganizzazione del corpo dei vigili. Attualmente sono in servizio 1440 unità, fra le quali circa un centinaio di amministrativi e 180 operativi con contratto part-time per tre giorni lavorativi a settimana. “Per una città delle dimensioni di Palermo dovremmo essere almeno duemila – attacca Nicolò Scaglione, segretario aziendale di Palazzo delle Aquile per la Fp Cisl di Palermo-Trapani –, sono anni che non si fanno concorsi in virtù delle norme nazionali e che i pensionati vengono sostituiti con i part-time. E così l’età media è salita a 53 anni. Ma in questo momento il vero problema è il piano di riordino che ci ha prospettato il comandante e che abbiamo già votato come irricevibile”.
“Questa proposta, finora solo verbale, spacchetterebbe il corpo in due parti – continua il sindacalista –: 400 vigili diventerebbero non operativi con relativo adeguamento dello stipendio e conseguente aumento delle spese. Si aggiungerebbero ai cento amministrativi di via Dogali e non potrebbero più essere impegnati per protocollo nei servizi operativi. Appena 900 dovrebbero coprire tutti gli altri servizi. Questo riordino, a detta del comandante, aumenterebbe la media delle persone in strada da 200 a 220 permettendo di salvare la cosiddetta settimana corta. Ma non è vero: dei 900 assegnati ai servizi, solo 450 si occuperebbero di operatività di tipo A, ossia viabilità e polizia ordinaria, gli altri 450 si occuperebbero di operatività di tipo B. E così facendo la media giornaliera su strada non sarebbe di 220 ma di circa 110 persone. Dove sta la ratio di questa organizzazione?”.
“Con questo piano di riordino ogni collega perderebbe in media circa 500 euro – aggiunge Scaglione –. Il comandante è stato poco leale con i sindacati, non ha proposto alcun programma lasciando tutto nelle mani dell’Amministrazione. E secondo me questo piano non è neanche frutto della volontà dell’Amministrazione, perché il sindaco ci ha garantito di voler investire su tutta la funzione pubblica. Per questo aspettiamo ancora di ricevere una proposta scritta. Inoltre abbiamo intenzione di chiedere al Comune l’aumento di un milione del fondo per la Polizia Municipale, che prevede un tetto massimo di 22 milioni più le economie, quindi fra 26 e 27 milioni complessivi”.
Ma la replica del comandante Messina alle criticità sollevate dalle organizzazioni sindacali non si fa attendere e ha i toni duri della smentita categorica. “Non so di cosa parlino i sindacati – dice a Live Sicilia – perché non faccio parte della delegazione trattante, alla quale parteciperò eventualmente solo come uditore. Questo compito spetta all’ufficio Sviluppo Organizzativo. Non ho presentato piani di riordino né a voce né in altro modo e non mi sono ancora state comunicate ufficialmente le cifre del fondo per la Polizia Municipale. So che c’è una contrattazione in corso tra l’Amministrazione e le parti sociali ma a me non risulta niente di ufficiale. Se i sindacati hanno già in mano dei documenti me li facciano avere. Se il comando sarà invitato agli incontri esprimerà le proprie idee sul riordino”.