Il blitz, l'indagine e le polemiche | Viaggio tra i corridoi di Villa Sofia - Live Sicilia

Il blitz, l’indagine e le polemiche | Viaggio tra i corridoi di Villa Sofia

L'inchiesta che coinvolge il primario di Chirurgia plastica, Matteo Tutino, e l'ex commissario Giacomo Sampieri spacca in due fazioni il personale dell'ospedale palermitano. C'è chi li difende, considerandoli vittime di "una partita politica", e chi ne attacca la gestione.

PALERMO - IL CASO SAMPIERI-TUTINO
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PALERMO – Davanti alla chiesa, appena dentro Villa Sofia, c’è un uomo. Accende una sigaretta. “Per ora ne avete di cose da scrivere”. Scusi, ma lei da che parte sta? “Dalla parte dell’ospedale. Tutto il resto non mi interessa. È un teatrino. È l’immagine dell’ospedale che sta uscendo con le ossa rotte. Ma le pare normale? Boh”. Scusi, lei è? “Lasci stare, non mi metta nei guai. Non possiamo rilasciare dichiarazioni. Ci vuole pure che perdo il posto”.

È uno dei pochi “neutrali” in un’ospedale lacerato. Spaccato in due fazioni. Pro e contro il commissario, ormai ex, Giacomo Sampieri e il primario di Chirurgia plastica, Matteo Tutino. Quasi tutti accettano di parlare con l’intruso cronista. Alla stessa condizione di cui sopra: niente qualifica e niente cognome. “Si rischia il pane”.

“Guardi, io più che con Tutino sto con la legalità”, dice una giovane donna nel cui cuore hanno fatto breccia le denunce del primario: “Io non credo che uno si alzi la mattina e faccia una denuncia così, tanto per farla. Deve esserci qualcosa sotto”. Si aprono le porte scorrevoli di accesso al palazzo che ospita i reparti. Il pianerottolo davanti agli ascensori è il luogo migliore per strappare qualche confidenza. Il fronte di chi sta con Tutino si arricchisce di un’altra donna: “La verità è che qualcuno di loro era certo di diventare primario. E non sopportano che sia arrivato il dottore Tutino”. Scusi, loro chi? “Perché, che fa, lei non lo sa”.

Altra donna, altra tutiniana, e alza il tiro della conversazione: “Lo sapete chi va contro Tutino, tutti quelli che hanno ottenuto qualcosa senza averne diritto, senza avere fatto un concorso. Altro che Renzi, la rivoluzione vera è qui a Villa Sofia”. In pochi minuti, ci fa la cronistoria di quello che definisce il “controllo politico” dell’ospedale. Parla di un’unità operativa appositamente creata per affidarne la direzione ad un medico, moglie, a sua volta, di un altro medico vicino ad un pezzo grosso della politica nazionale, “ma grosso, grosso”. E considera le vicende di Villa Sofia un tassello di una partita nazionale orchestrata da qualcuno che vuole “attaccare il presidente Crocetta”.

“Appunto, la politica – contrattacca un signore di mezza età -. Finiscila. Ora magari Tutino era il più bravo. Da quando i primari vengono nominati per bravura?”, dice stizzito rivolgendosi alla donna. La porta al quarto piano, il piano del reparto di Chirurgia maxillo-facciale, è chiusa. Bisogna citofonare per farsi aprire. Da lontano si vede, a metà corridoio, una guardia giurata. Deve essere la stanza del primario a cui, sulla base di alcune minacce, l’ex commissario ha assegnato la vigilanza. La presenza dell’uomo in divisa blu infastidisce, e non poco, un altro signore in camice: “Ma le pare normale?”. Cosa: “Che ci sia quello armato là davanti, mentre noi lavoriamo”. Certamente è un non tutiniano. Non ci vuole molto a capirlo ma, a scanso di equivoci, aggiunge: “Negli ultimi tempi qui è successo di tutto. Trasferimenti. Demansionamenti. Tutto senza un motivo. Sono arrivati loro e siamo diventati dei mostri. Sia chiaro che qui c’è gente che lavora”. Loro, sempre loro: dopo il blitz dei carabinieri del Nas e la scoperta dell’esistenza di un’inchiesta della Procura della Repubblica, c’è chi preferisce non fare nomi e preferisce affidarsi all’impersonale loro. Le fazioni sono delineate. La sensazione è che l’acredine vada oltre il caso Tutino.

In ascensore c’è un uomo dall’età indefinibile. Potrebbe avere 40 anni. O forse sessanta. L’età non è importante. Ciò che conta è la sua perla di saggezza popolare. Grazie alle prenotazioni che stoppano l’ascensore c’è il tempo di un veloce scambio di battute. Posso chiederle una cosa, ma lei di questa storia di Tutino e Sampieri che ne pensa? “Cu è fissa si sta a casa”. Espressione tipica dello slang palermitano che rende difficile, se non impossibile, la sua collocazione fra i due schieramenti. Da che parte starà?


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