Vince una causa lunga vent'anni: sarà nominata dirigente regionale

Vince una causa lunga vent’anni: sarà nominata dirigente regionale

È intervenuta la Corte costituzionale

PALERMO – Ci sono voluti vent’anni di processo e persino l’intervento della Corte costituzionale. Alla fine, però, una funzionaria regionale ha vinto la battaglia giudiziaria: deve essere inquadrata come dirigente della Regione. Lo ha deciso il Consiglio di giustizia amministrativa.

Protagonista una agrigentina – V.C. sono le sue iniziali – che nel 2000 ha partecipato alla selezione bandita dalla Regione siciliana per la copertura di 70 posti di dirigente tecnico archeologo, ottavo livello. Quattro anni dopo ha vinto il concorso ed è stata inquadrata come funzionario di categoria D, ma con trattamento economico di settimo livello.

Il primo ricorso

Secondo la Regione, ai vincitori del concorso non spettava la terza fascia dirigenziale perché la legge regionale di riferimento era entrata in vigore successivamente all’indizione della procedura concorsuale.

Con un ricorso straordinario al presidente della Regione siciliana, l’agrigentina ha impugnato il provvedimento di nomina. Prima il Tar le ha dato torto ma il Cga, nel 2017, ha ribaltato la decisione. Quest’ultimo parere doveva essere vincolante ed invece nel 2011 il presidente della Regione ha respinto il ricorso straordinario richiamando una norma che, a suo dire, lo autorizzava a decidere in maniera difforme dal Cga.

La Corte Costituzionale

La donna, assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Calogero Marino, si è rivolta di nuovo prima al Tar e poi al Cga che ha sollevato una questione sulla legittimità costituzionale della norma che autorizza il presidente a superare il parere dell’organo giurisdizionale.

La Consulta, condividendo le tesi degli avvocati Rubino e Marino, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 9, comma 5, D. Lgs. n. 373/2003 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione siciliana) per contrasto con gli articoli 3 (principio di uguaglianza) e 24 (diritto di difesa) della Costituzione. Dopo vent’anni la donna diventerà un nuovo dirigente regionale.


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