La seconda sezione della Corte d’appello di Palermo ha confermato la condanna a 8 anni inflitta in primo grado a una romena imputata di violenza sessuale su minori e sfruttamento della prostituzione. Il coimputato della donna, un sovrintendente di polizia accusato di omessa denuncia, é stato invece assolto (in primo grado gli erano stati inflitti otto mesi). Secondo l’accusa, la donna avrebbe abusato sessualmente del figlio di 10 anni e di due bambini, coetanei, figli di una connazionale che la romena ospitava a casa. L’imputata avrebbe anche ripreso le immagini della violenza col cellulare. A denunciarla è stata la madre delle altre due vittime che ha raccontato alla polizia che la donna, inoltre, contattava le romene in arrivo a Palermo andandole ad aspettare alla fermata dell’autobus, poi proponeva loro di ospitarle e infine le costringeva a prostituirsi. La connazionale che aveva denunciato gli abusi, avvenuti circa cinque anni fa, ha anche raccontato alla polizia di essersi rivolta inizialmente al sovrintendente finito sotto processo, sostenendo, però, che l’uomo si sarebbe disinteressato della vicenda e non avrebbe indagato. Accuse poi cadute in appello per l’agente, difeso dall’avvocato Antonio Tito. L’uomo è assolto per non aver commesso il fatto.
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