MESSINA – Antonio Alibrandi, 53 anni, titolare di un call center a Messina, è stato condannato a 5 anni e due mesi di reclusione per violenza sessuale ed estorsione. Il pm Margherita Brunelli aveva chiesto una pena di sei anni. E quasi sei anni fa, nel febbraio 2007, era scattata la denuncia di una donna, dipendente del call center, che raccontò di essere stata oggetto delle morbose attenzioni del suo direttore per circa due mesi. Un incubo, per la ragazza, iniziato nel novembre 2006 e concluso nel gennaio seguente, quando la giovane, licenziata perché si ribellava agli approcci del “capo”, passò al contrattacco denunciandolo. Nell’atto d’accusa si legge: “Costringeva la giovane, strattonandola con forza, afferrandola per il giubbotto e stringendola, a subire atti sessuali consistenti in baci e palpeggiamenti dei glutei, del seno, delle gambe e delle parti intime”.
Ma Antonio Alibrandi fu accusato anche di estorsione. Ecco l’atto di imputazione: “Al fine di ottenere un ingiusto profitto con pari danno per la persona offesa, la costringeva a non insistere nelle proprie richieste di corresponsione degli emolumenti a lei dovuti, lasciandole intendere che ciò era collegato al suo diniego di avere rapporti sessuali con lui, minacciandola di ‘schiacciarle la testa come un verme e farle passare guai'”.
I giudici della prima sezione del Tribunale, oltre la condanna a 5 anni e due mesi di reclusione, hanno disposto anche l’interdizione dai pubblici uffici per l’intera durata della pena.