RACALMUTO (AGRIGENTO) – “La Sicilia fa ignorare al mondo d’avere la prima miniera d’Italia, fa ignorare al mondo di avere i più bei siti archeologici, ma fa sapere al mondo che c’è il ‘capo dei capi’. Non mi piace. Sono contro questa pubblicità che l’antimafia continuamente fa. Non lo accetto”. Lo ha detto l’assessore ai Beni culturali Vittorio Sgarbi in visita a Racalmuto (Agrigento) per rendere omaggio a Leonardo Sciascia. “Ho reagito contro i ‘professionisti dell’antimafia’, formula di Sciascia, quando non si è avuta la forza di dire che un uomo malato, un vegetale, non può andare all’ospedale, sia Dell’Utri, sia Riina. Dire che Riina – ha spiegato Sgarbi – era pericoloso da malato significa dire che lo Stato è più debole del mafioso. Io non consento ad un mafioso di essere più forte della mia pietà e questo lo avrebbe capito Sciascia. Non lo ha capito qualche magistrato. Lo Stato è più forte della mafia”.
“La visita a Racalmuto ha un significato etico, laico e intellettuale. Sciascia è un simbolo europeo. Volevo fosse un segno. Il simbolo in questa difesa contro l’aggressione giudiziaria di alcuni magistrati è stata indicata, per primo, da Sciascia in una lettera al presidente Pertini. Io riparto da lì, dalla lettera di Sciascia a Pertini. Non si può sopportare che un solo siciliano sia discriminato con indagini e arresti sbagliati”, ha aggiunto. “Sciascia ha denunciato i professionisti dell’antimafia, quando ancora non c’erano. Mi pare che alcune cose sono troppo gravi. Occorre immaginare – ha aggiunto Sgarbi – che nessun magistrato disponga della tua vita. Lo scioglimento di Racalmuto (Ag) è uno scioglimento illegittimo. Lo scioglimento di Castelvetrano (Tp) è illegittimo, lo scioglimento di Trapani è legata al fatto che la magistratura è intervenuta pesantemente chiedendo il soggiorno obbligato per un candidato. Bisogna vivere in Sicilia come in qualunque altro luogo. C’è criminalità meno che a Milano, stimarne di più è un atto grave di attentato alla dignità della Sicilia”.
Poi l’annuncio: “L’Agrigentino è parte importante della letteratura del Novecento, ecco La via degli scrittori: una parte agrigentina c’è in Tomasi che è Palma di Montechiaro (AG), in Pirandello che è di Girgenti e che ha rappresentato la più alta espressione del teatro e della letteratura e Sciascia che era di Racalmuto. Sciascia l’ho conosciuto come uomo che ha scritto le cose più intense sul piano civile e a lui ho voluto legare il mio destino, per quello che mi sarà consentito di svolgere nella funzione di assessore, venendo a Racalmuto. Ecco il senso e lo spirito della mia visita”.
“Spero che potremo animare il teatro di Agrigento e il teatro di Racalmuto con opere che siano legate a Pirandello e a Sciascia – ha auspicato Sgarbi -. A Pesaro dove è nato Rossini c’è un festival legato al nome di quel grande musicista. A Parma c’è il festival Verdi. Il teatro di Pirandello deve avere un festival Pirandello ad Agrigento che sia legato anche al teatro di Racalmuto, unendo i nomi di Pirandello e Sciascia. Avere un festival Pirandello significa far diventare Agrigento come Salisburgo, come Pesaro. Pirandello è stato grande scrittore, è stato premio Nobel, ma è difficile essere drammaturgo dopo Eschilo, dopo i grandi drammaturghi”. Per Sgarbi “un drammaturgo del Novecento è di più di uno scrittore, è un uomo che si può paragonare a Euripide. Un festival pirandelliano può essere importante almeno quanto il festival del teatro antico di Siracusa, quindi va incardinato con forza”.