PALERMO – “Nessuno si può concedere il lusso di dare ultimatum. La Scilabra è un assessore che si è opposta al malaffare. Vogliono cacciarla? Perché non hanno cacciato Genovese? Questa è una bella domanda”. Così Rosario Crocetta ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano di commentare la richiesta dei cuperliani di sollevare l’assessore, per “togliere dall’imbarazzo partito e maggioranza”. La replica dei cuperliani arriverà più tardi su Twitter con un Antonello Cracolici tranchant: “Crocetta da Genovese ha preso i voti e gli ha dato un assessore fino a 5 mesi fa. Adesso fa la morale. Ma mi faccia il piacere!”.
Crocetta ha anche commentato il calo dei suoi consensi secondo il sondaggio di Datamedia: “Sono stato eletto con il 34 per cento, questi dati non mi sorprendono, il centrosinistra non ha mai goduto di grande popolarità in Sicilia, qui non è la Toscana”, ha detto il governatore a margine di una conferenza stampa a Palazzo d’Orleans.
“Il gruppo del Pd? Qualcuno dovrebbe invitarmi – risponde a una domanda -. Non l’avete capito che non me ne frega niente del rimpasto?”, ha scherzato con i giornalisti il presidente.
Poi, fermandosi con i cronisti al termine della conferenza, l’affondo ai rivali interni: “Tutto il problema può essere avere un assessore di Crisafulli? E poi non era un indesiderabile per il partito Crisafulli? Allora non è un rimpasto, è un tentativo di restaurazione che non possiamo accettare”.
Ancora sul rimpasto, il governatore pianta i suoi paletti: “Se si parte dal presupposto che per fare il rimpasto deve saltare una ragazza di trent’anni che ha sfidato i ladroni di Sicilia questo sarebbe un tentativo di modificare la linea del governo”. Insomma, di defenestrare Nelli Scilabra, Crocetta non vuole sentir parlare. E così il governatore si scaglia contro il “potere gerontofilo” e il “cinismo della politica” che non lascia ai giovani la possibilità di emergere: “Il sindaco di Palermo, con tutto il rispetto stiamo parlando di una cariatide, chiede commissariamenti e lascia la città nell’immondizia, pensi a pulire le strade”.
E se la mozione di censura passasse? “La verità esiste a prescindere dalle valutazioni politiche. Io ho l’obbligo di preservare chi si espone”. Insomma, scudi alzati a difesa di Nelli. “Mi sono stufato di subire. Non sono disponibile alla modifica del mio programma di governo rivoluzionario”, dice il presidente che stasera parte per Roma. Dove domani dovrebbe parlare anche con Guerini. Di un rimpasto complicatissimo, alla luce delle parole sentite oggi.