PALERMO – “Vi ammazziamo, non finisce qui”. Quelle minacce sono state soltanto l’epilogo di una escalation di violenza che lunedì sera ha preso vita al passaggio Lincoln, dove un gruppo di dieci volontari della onlus “Gli angeli della notte”, è stato aggredito da due clochard. Due uomini di origine egiziana che si sarebbero mischiati tra le decine di bisognosi a cui l’associazione offre da anni cibo, indumenti e beni di prima necessità.
Circa ottanta le persone che la notte i volontari trovano sul posto: tra queste ci sono i senzatetto che hanno trasformato l’area che conduce in via Filangieri, nei pressi di piazza Magione, nella loro casa. Ma nel tunnel della disperazione vengono assistiti anche decine di migranti e disoccupati, che grazie all’intervento puntuale dei volontari riescono ad andare avanti e a non perdere le speranze per una vita migliore. Ci sono famiglie con bambini, il più piccolo ha otto mesi, nove anni il più grande.
“Sono questi gli aspetti che ci spingono a non arrenderci – spiega il volontario a capo del gruppo aggredito due sere fa –, ma episodi come quello di lunedì ci scoraggiano e fanno fuggire i volontari che temono possano ripetersi. Abbiamo vissuto una serata terribile. Credevamo di essere in un film western. Mia moglie, volontaria insieme a me, si è fatta male e ad un’altra donna è stata lanciata una bottiglia piena d’acqua dopo essere stata colpita con un pugno”.
Tutto è cominciato quando uno dei due egiziani si è avvicinato all’auto dei volontari, carica di spesa, e si è impossessato di tre sacchetti pieni di alimenti. Stava per allontanarsi quando uno dei volontari si è accorto di quello che stava succedendo. “Gli abbiamo detto che non era giusto ne prendesse tre – dice – perché avrebbe privato qualcun altro del cibo che gli spettava. E’ andato su tutte le furie, ha cominciato ad urlare. Ha così spintonato uno dei volontari, si è accanito contro di lui, insultandolo, spingendolo. I sacchetti si sono spaccati, il cibo è finito per terra. All’improvviso siamo stati circondati, ci siamo sentiti impotenti. I due provavano a colpirci, gli altri clochard cercavano di bloccarli. E’ stato il caos. Uno dei due ha sferrato un pugno a una donna dell’associazione, poi le ha tirato la bottiglia piena d’acqua. A quel punto, non riuscendo più a gestire la situazione e temendo il peggio, abbiamo chiamato la polizia”.
Gli agenti arrivati sul posto hanno placato gli animi e ristabilito la calma. “Ma loro hanno continuato a minacciarci fino all’ultimo – aggiunge -, ridacchiando. Tutto è successo davanti ai bambini e stavolta ci sono andate di mezzo anche delle donne. E’ gravissimo. Un episodio che ci spezza il cuore e che ha già fatto prendere le distanze a due volontari del mio gruppo, che hanno deciso di non partecipare più alla missione notturna. D’altronde non possiamo vivere nella paura, vogliamo soltanto fare del bene, non abbandonare quei bambini che ogni notte ci aspettano, quelle famiglie sfortunate che nel nostro piccolo riusciamo a fare andare avanti. Per adesso siamo tutti sotto choc, nei prossimi giorni decideremo come agire”.
A lanciare un appello alle istituzioni è il presidente dell’associazione, Giuseppe Li Vigni: “Siamo soli, lo siamo nel bene, ma anche nel male. Di fronte ad episodi di questo tipo non ci tutela nessuno, dobbiamo contare solo su noi stessi. Abbiamo bisogno di aiuto, chiediamo un occhio di riguardo per chi esce la sera e lascia la famiglia a casa per offrire assistenza ai meno fortunati, rischiando anche grosso, come è successo lunedì. Noi – aggiunge – facciamo di tutto per andare incontro alle esigenze dei bisognosi, ma non è giusto che i nostri sacrifici vengano ripagati con la violenza. Vogliamo almeno sentirci al sicuro”.