Voto di scambio, chi è il boss del "patto politico-mafioso" Live Sicilia

Voto di scambio: chi è il boss del “patto politico-mafioso”

Vincenzo Vella fu arrestato nel 2017, poi tornò in libertà

PALERMO – Arrestato nel 2017, condannato in primo grado a vent’anni e scarcerato l’estate scorsa per decorrenza dei termini di custodia cautelare. Vincenzo Vella, 56 anni, è il boss che avrebbe siglato un patto di scambio elettorale politico-mafioso con Francesco Lombardo, candidato al consiglio comunale per Fratelli d’Italia.

Nel corso del processo i legali avevano sollevato la questione dell’incompatibilità del giudice per l’udienza preliminare perché aveva già firmato delle proroghe di intercettazioni. Il presidente della sezione Gip-Gup, sulla base di una corposa giurisprudenza, stabilì che non c’era incompatibilità e il primo processo poteva proseguire con lo stesso giudice. Infine intervenne la Cassazione, lo scorso luglio, a dirimere la questione, dando ragione ai legali. Firmare una proroga di intercettazione significa comunque entrare nel merito delle questioni processuali. Il processo ripartì da capo e nel frattempo erano scaduti i termini di custodia cautelare.

Il processo

La Corte, presieduta da Mario Fontana, fu così obbligata a fare ricominciare da capo il processo, ordinando una scarcerazione di massa. Una quindicina i condannati tornati liberi. Vella è colui che aveva avuto la pena più pesante. Il nuovo processo è nella fase finale.

Visto l’allarme sociale e la gravità dei capi di imputazione la Corte aveva applicato agli imputati il massimo previsto: obbligo di dimora a Palermo, obbligo di firma giornaliero in commissariato e divieto di uscire di casa dalle 20 alle 7 di mattina.

Vella, uomo fidato di Pietro Tagliavia, considerato l’allora reggente del clan, si vantava di avere fatto la propria parte per mettere ordine nel mandamento mafioso di Brancaccio.

“Ha un anno che sono fuori… giusto – spiegava a un amico – non c’è tutto quel bordello di una volta … sali scendi i cristiani… cristiani che neanche hanno il diritto di parlare e… parlavano assai”. Dopo la sua scarcerazione “parlando con te sono uscito e ho trovato il mondo sottosopra… il tempo che abbiamo aggiustato tutti i discorsi… ci ho perso tempo però a questo minuto… le cose giuste”.

Al vertice aveva trovato i fratelli Natale e Giuseppe Bruno che nel frattempo erano stati arrestati e condannati.


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