CATANIA – Nuova tempesta giudiziaria per la famiglia Lombardo. L’ex governatore siciliano e il figlio Toti, deputato regionale del Partito dei Siciliani, sono indagati per voto di scambio. Ieri hanno ricevuto un avviso di conclusione delle indagine. Sono accusati di aver promesso nel corso della campagna elettorale delle regionali un posto di lavoro a Giuseppe Giuffrida e a Angelo Marino, a fare da tramite per quest’ultimo sarebbe stato Ernesto Privitera. Tutto questo in cambio di voti per permettere l’elezione all’Ars del 24enne, Salvatore Lombardo detto Toti.
L’inchiesta coordinata dalla procura di Catania, guidata da Giovanni Salvi e affidata al pm Rocco Liguori, è stata condotta dalla Squadra Mobile di Catania prende spunto dalle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaetano D’Aquino, che avrebbe raccontato ai magistrati la possibilità che nel settore della nettezza urbana si verificassero casi di assunzione in cambio di promesse di voto. A quel punto la polizia, su dispozione della procura, ha avviato una serie di accertamenti tra cui anche intercettazioni ambientali. L’indagine è partita nella fase pre-elettorale delle regionali, dove sono stati raccolti vari indizi, fino a quando si è verificata la consumazione stessa del reato del voto di scambio: il 18 marzo 2013, infatti, Giuseppe Giuffrida sarebbe stato effettivamente assunto nel settore della nettezza urbana, così come sarebbe stato promesso dai Lombardo. In particolare sarebbe entrato a far parte dell’Ipi srl, con sede nella zona industriale etnea. Si tratta di una delle due società che costituiscono il raggruppamento temporaneo di imprese (Ipi-Oikos) che si è aggiugato l’appalto nel 2010 per la gestione quinquennale per la raccolta dei rifiuti a Catania.
Insieme ai due Lombardo, sono indagati Giuseppe Giuffrida, Angelo Marino e Ernesto Privitera. Quest’ultimo era candidato (ma non è stato eletto) come consigliere circoscrizionale nella lista Grande Catania nelle ultime elezioni comunali di giugno.
L’ex presidente della Regione e il figlio Toti sono stati già convocati in procura, ma hanno scelto di avvalersi della “facoltà di non rispondere”. Comunicazione notificata dai due per iscritto. “Non conosco gli atti di questa inchiesta – commenta a LiveSiciliaCatania il professor Guido Ziccone, legale della famiglia Lombardo – ho appreso della notizia attraverso la stampa e non ho ancora sentito l’ex Presidente della Regione. Posso sicuramente dire – aggiunge l’avvocato – che questa indagine non ha nulla a che vedere con il processo per cui è imputato Raffaele Lombardo”. L’udienza del processo (stralcio dell’inchiesta Iblis), per cui l’ex governatore è imputato per reato di voto di scambio e concorso esterno in associazione mafiosa è fissata per il 16 luglio.