CATANIA – “Novembre cruciale” per la Provincia. La poltrona del presidente è vacante: Giuseppe Castiglione si è dimesso per candidarsi alle politiche della prossima primavera. A breve la Regione nominerà un nuovo commissario (leggi qui) che dovrà affrontare il nodo spinoso dei debiti fuori bilancio mentre il collegio dei revisori dei Conti “ha sollevato rilievi di forte criticità” sullo strumento finanziario di previsione 2012. Secondo l’autonomista Giovanni Leonardi la Provincia, sotto la guida di Castiglione “è notevolmente peggiorata”.
Quali saranno le prossime tappe del consiglio provinciale, l’unica istituzione al momento operante all’interno dell’ente?
In questo momento tutto resta sulle spalle dell’aula. É un mese di novembre cruciale per la Provincia e per la comunità amministrata. Dovremmo prendere formalmente atto in sede di consiglio di un dato che ormai è su tutti i giornali, lo sforamento del patto di stabilità. Ci dicono che saremmo potuti rientrare a seguito della sentenza favorevole del giudice di Mascalucia che sospende l’esecutività del prelievo dei 23 milioni di euro, emessa in forza di una iniziativa del Consiglio, che con grande senso di responsabilità ha agito puntualmente per evitare il dissesto. Doppiamo procedere poi con la votazione del bilancio di previsione 2012, fermo al tavolo del collegio dei revisori, che hanno sollevato questioni di forte criticità. Aspettiamo il loro parere affinché l’aula sia messa nelle condizioni di votare un bilancio che ormai è, di fatto, un consuntivo. Dobbiamo approvare anche il piano di riequilibrio, il piano cioè che permetterà di diluire nei prossimi cinque anni la situazione debitoria dell’ente. Abbiamo quattro settimane per votarlo, senza il quale il Consiglio rischia lo scioglimento.
Dunque, nonostante le dimissioni di Castiglione, non si tratta di attività ordinaria…
Affatto, siamo in una fase di forte straordinarietà. Superato novembre, lavoreremo al nuovo piano delle opere pubbliche e lavoreremo pure al prossimo bilancio di previsione. Questo è il nostro obiettivo: lasciare alla prossima amministrazione – per quello che è possibile – un buon bilancio di previsione.
Sta per arrivare il nuovo commissario, sa già dirci chi sarà nominato da Palermo?
Non conosco nessuno, sono un funzionario direttivo della Regione, ma non conosco nessuno agli enti locali. Chiunque arriverà troverà un gran bel po’ di lavoro da svolgere.
Ci dice qual è la verità sui rimborsi ai gruppi consiliari?
La verità è quella che verrà accertata da chi di dovere. Al momento il dato certo è che c’è un’acquisizione di documentazione da parte della Guardia di Finanza e disposta dalla magistratura, vedremo da lì cosa verrà fuori. E’ chiaro che dalle risultanze dell’indagine, emergerà un’idea più chiara sui conti della Provincia. Speriamo che tutto ciò potrà essere fatto nel più breve tempo possibile. Perché non è simpatico – e non lo dico solo perché ne sono il presidente – che si sia lavorato tanto in consiglio, ma ne esca fuori un’immagine che non corrisponde alla realtà.
A fine mandato, qual è il suo bilancio sugli anni da presidente del Consiglio provinciale?
Faremo un bilancio complessivo fra qualche mese. Sono in Provincia dal 1998 e posso garantire che questo è il Consiglio che si è riunito di più, che ha deliberato di più, che ha approvato tutti i bilanci nei tempi previsti. Questo è un mio record personale. A questa attività, certo, fa da contraltare la lentezza e l’assenza amministrativa della giunta Castiglione, che non è stata al passo con i tempi del consiglio provinciale. I numeri non mentono mai, a fine mandato saranno quelli a parlare per me.
Presidente Leonardi, in definitiva Giuseppe Castiglione ha operato bene o male?
In tutta sincerità: una gestione senza infamia né lode. Non riesco a fare particolari apprezzamenti verso la gestione Castiglione. Quella che è peggiorata nella comunità è sicuramente la percezione dell’ente Provincia. Questo è quello che riscontro maggiormente tra la gente.
Ma scendendo nel dettaglio, quanto è stato fatto di positivo e quanto di negativo?
Di positivo poco, veramente poco, perché abbiamo investito poco. Abbiamo lavorato poco sulle strade e sulle scuole. Non come avremmo dovuto fare, tenendo conto che il bilancio è stato sempre nelle disponibilità dell’ente, ad eccezione di quest’ultimo anno. Nessuna grande opera o un intervento importante sul territorio. Non è una critica personale, solo un dato oggettivo.