CATANIA – Un incontro atteso e molto partecipato, sul futuro del welfare a Catania. Stamani, al Palazzo Platamone, il mondo del terzo settore le imprese sociali, le forze sindacali, il sistema del volontariato e le centrali cooperativa – ha ascoltato l’assessore Villari che ha presentato la proposta del nuovo regolamento dei Servizi Sociali del Comune di Catania così come è stata concordata con i membri dell’ottava commissione consiare che, proprio per avviare una discussione con i soggetti coinvolti, ha chiesto e ottenuto che, sull’atto fosse avviato un dibatti ampio che coivolgesse tutti.
Assessore, oggi l’amministrazione ribadisce il metodo del confronto, come già avviato su altri argomenti, come ad esempio, quello edilizio. E’ così?
Nel mese di novembre abbiamo inviato alla Commissione consiliare permanente la proposta di regolamento unico dei Servizi sociali. Una proposta che andrà approvata dal Consiglio comunale, e che è figlia di un confronto con le forze sociali ma sulla quale, proprio i membri della Commissione hanno chiesto al sottoscritto un approfondimento. Io ritengo che l’ascolto sia uno dei metodi migliori per portare a compimento le azioni avviate in città, ho accolto la proposta e, stamani, ho incontrato i soggetti coinvolti. Un passaggio democratico che ritengo sia utile , nel metodo e nel merito. Occorre condividere con la città le idee e le proposte.
In cosa consiste questo regolamento?
E’ una sorta di Legge quadro comunale che stabilisce quali sono le prestazioni da fornire, come darle e di come garantire qualità e trasparenza. Insomma, definisce i confini dei servizi da erogre e le modalità. Da tempo si tenta di realizzare un regolamento unico che raccolga quelli settoriali. Le nuove normative, inoltre, e le leggi che finanziano i servizi, ci impongono di armonizzare il livello delle prestazioni anche per rispondere meglio alle esigenze della città.
Si interromperanno così gli interventi a pioggia? Servirà a razionalizzare i pochi fondi e destinarli a chi ha davvero esigenza?
Noi vogliamo costruire il nuovo welfare. Vogliamo puntualizzare gli interventi. Non c’è più una logica assistenziale, non c’è una logica clientelare. Ci sono regole certe che guardano a trecentosessanta gradi ai bisogni della nostra comunità. E sono trasparenti. Così si blocca quell’idea, diffusa ahimè, che chi opera nei servizi sociali lavori non per i bisogni dei cittadini ma per i bisogni di chi li forniva.
Come è andata stamattina?
Benissimo. C’erano tante associazioni di volontariato, le forze sociali. E tutti hanno manifestato la volontà di intervenire a migliorare il testo. Hanno insistito tutti sulla qualità dei servizi che si offrono, attraverso un controllo puntuale. E che le gare di applato non prevedano solo ribassi, ma anche il rispetto delle regole sul lavoro che, in passato, non erano emerse con la giusta valutazione. Si è parlato di metodo.
Come siamo messi a fondi? I Servizi sociali saranno quelli che patiranno i tagli maggiori o la tendenza si è invertita?
I fondi sono quelli che sono ma, al contrario, quest’anno, il welfare è quello che ha subito meno tagli. Se si pensa che ci sono stati tagli per 1 milione e 700 mila euro per l’assessorato al Welfare a fronte della riduzione, per tutto il Comune, di 27 milioni di euro dei trasferimenti, i tagli che abbiamo subito sono marginali, per quanto dolorosi. Ci stiamo organizzando per evitare che questo possa pesare sugli utenti finali.
Tra dieci giorni, il tempo a disposizione per inviare osservazioni e suggerimenti, si passerà all’invio al Consiglio comunale che si esprimerà con il voto.