Zambuto rassicura: "Nessun intoppo sul concorsone"

Zambuto rassicura: “Nessun intoppo sul concorsone”

Attiva Sicilia presenta un'interrogazione all'Ars

PALERMO – “Il concorsone va avanti, voglio rassicurare le tante persone che hanno presentato la domanda e quanti lo faranno. Abbiamo corretto un errore nei bandi e prorogato la scadenza per le istanze al 25 febbraio. I tempi saranno veloci, penso che i posti saranno assegnati entro l’estate”. Lo dice, conversando con l’Ansa, l’assessore regionale alla Funzione pubblica, Marco Zambuto, convinto che, con la correzione in corsa fatta in giunta, non ci saranno più intoppi.

Sono 1.170 i posti messi a bando dalla Regione, gran parte nel Centri per l’impiego; i bandi erano stati pubblicati nella Gazzetta ufficiale il 29 dicembre, a segnalare l’errore nel richiamare la norma sulla riserva per i dipendenti regionali è stato il Cobas/Codir. “Abbiamo tolto la riserva – afferma Zambuto – Prossima settimana incontrerò i sindacati per discutere della riclassificazione del personale all’interno del rinnovo del contratto di lavoro del comparto”. L’assessore, dunque, rassicura anche le organizzazioni dei lavoratori. “Abbiamo già dato le direttive all’Aran – aggiunge – Per il rinnovo del contratto ci sono 52 milioni di euro, più altri quattro appostati nelle ultime variazioni di bilancio. Agiremo in linea con quanto si sta facendo a livello nazionale”.

E intanto il gruppo parlamentare di Attiva Sicilia all’Ars si muove e presenta una interrogazione sul flop del concorso ai centri per l’impiego riservato alla categoria D (laureati). Sarebbe emerso, infatti, che gli idonei sarebbero soltanto circa 200, insufficienti a coprire i 537 posti messi a bando. La notizia riportata dalla stampa trova conferma anche all’assessorato regionale alla Funzione pubblica.

“Nell’interrogazione – spiega Angela Foti, vicepresidente dell’Ars e deputata regionale di Attiva Sicilia – chiediamo che per coprire i posti rimasti si possa utilizzare la graduatoria di idonei del concorso in categoria D per il ricambio generazionale dell’Amministrazione regionale, in particolare quelli con profili amministrativi affini. La giurisprudenza sul punto è chiara e prima di pensare all’indizione di un nuovo bando si dovrebbe attingere da ciò che esiste già, trattandosi di bandi della medesima categoria e, per di più, indetti dalla stessa Pubblica amministrazione”.

“Fra l’altro – prosegue Foti – il flop è stato per certi versi aiutato dalla particolare procedura del concorso a causa di una sorta di sbarramento per titoli per l’accesso alla prova scritta. Di solito, invece, i concorsi prevedono una prova scritta aperta a tutti coloro che hanno i requisiti e successivamente una graduatoria nella quale si valutano anche i titoli. Ciò ha precluso ai tanti iscritti al concorso la partecipazione allo scritto, diversamente da quanto avvenuto per il concorso per i Dipartimenti regionali”.
“Intere generazioni – conclude Foti – sono state tenute fuori dalla possibilità di accedere al pubblico impiego e adesso la macchina amministrativa, con un organico ridotto all’osso, ne piange le conseguenze, facendo venir meno il buon andamento che la Pubblica amministrazione deve ai cittadini, per questo serve una decisione anche urgente che permetta di trovare una soluzione celere e meritocratica a questo flop”.


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