PALERMO – I tifosi cercano Baccaglini e pretendono chiarezza. Zamparini prende tempo e si trincera dietro dichiarazioni più di circostanza che realmente legate allo stato dell’arte di una trattativa infinita. Si parla poco e si vede pochissimo, praticamente nulla. Si tratta (e forse si chiude) con Carli per il ruolo di direttore sportivo con vertici tenuti da Baccaglini, con la mediazione di Di Marzio e la benedizione di Zamparini. Che, nel frattempo, tiene in serbo un piano di riserva. Il closing ora è un caso, con 36 giorni di ritardo a gravare sulla credibilità di un’operazione su cui, comunque, non ci si può ancora esprimere. L’attesa si è tramutata in nervosismo, il cuore caldo del tifo rosanero ha fatto scattare un proprio countdown che si concluderà sabato 10 giugno. Ma oramai è una questione veramente di ore, altrimenti il grottesco finirà per prendere il sopravvento con grossi punti interrogativi sul futuro.
Da respingere al mittente i dubbi sulla prossima annata: il Palermo si iscriverà al campionato, la documentazione è praticamente pronta e il paracadute permetterà di portare a termine la stagione senza grossi patemi. Ma questo, almeno per il momento, sembra essere passato in secondo piano. Perché oramai l’idiosincrasia nutrita dalla piazza palermitana nei confronti di Zamparini va oltre il risultato sportivo: non si accetta alcun tipo di progetto e di futuro con l’imprenditore friulano al timone. In maniera palese oppure occulta, sotto le mentite spoglie di ex presidente con un ruolo operativo chiaro, evidente, innegabile. Anche perché il presente e il passato recente è stato contraddistinto da una serie di affari discutibili che hanno impoverito le casse del Palermo e arricchito un pool di procuratori e faccendieri che va allargandosi, comprendendo non solo Curkovic, Lemic e Riso ma – come riporta il Giornale di Sicilia nell’edizione odierna – anche tali Mitrovic e Cuckovic, con oltre due milioni incassati per gli “affari” Rajkovic e Sallai.
Non potranno essere questi personaggi a reggere le sorti del prossimo mercato, non si potrà continuare ad attingere da serbatoi di bassissima qualità per allestire squadre puntualmente ridicolizzate dagli avversari. Le figurine raccolte negli anni dalla cricca di consiglieri fedeli a Zamparini non ha lasciato traccia nell’album dei ricordi. Eccezioni escluse, utili solo a confermare la regola di un pericoloso modo di operare in sede di trattative che ha via via abbassato il livello di una rosa smembrata anno dopo anno, mercato dopo mercato, con buona pace dei direttori sportivi chiamati al capezzale di un malato sempre più grave ma rei di non essersi allineati ai volubili e incomprensibili diktat presidenziali. Ora bisogna capire cosa succederà, ma la pazienza è finita. A cominciare dai tifosi. Comunque vada, adesso è tempo di giocare a carte scoperte.