PALERMO – Sono giorni infuocati in Lega Calcio, dopo il botta e risposta a distanza tra Marotta e Lotito: un confronto dal quale non si tira indietro nemmeno Maurizio Zamparini, non nuovo a polemiche in ambito dirigenziale. Il presidente del Palermo, già nell’occhio del ciclone per il discusso appoggio alla candidatura di Tavecchio come presidente della Federcalcio, prosegue sulla sua linea difensivista per quel che riguarda l’operato di Claudio Lotito, “uomo ovunque” della Nazionale italiana dal giorno della sua nomina a consigliere federale e criticato di recente da Giuseppe Marotta, amministratore delegato della Juventus. Una querelle nella quale Zamparini prende una posizione netta: “Lotito è uno dei pochi presidenti a lavorare a tempo pieno – ha detto il presidente rosanero a Radio Radio – l’unico pericolo è che gli venga un delirio di onnipotenza. Io sto con lui e contro Marotta”.
Un attacco in piena regola al dirigente della Juventus, che in passato ha lavorato anche con Zamparini a Venezia, per il quale arrivano però parole durissime: “Il suo è un pensiero collegato al binomio Fiat-Juventus, quello che ha portato alla sudditanza verso le grandi del calcio. Adesso si lamentano perché Lotito vuole cambiare le cose, ma io sto con lui e sono pronto a dargli consigli. So che avremo l’opposizione di chi vuole cristallizzare il calcio e questo non va bene: chi caccia i soldi ormai non conta nulla, noi vogliamo tornare a dare equilibri e per questo spero nelle riforme di Lotito”.
Un risanamento che passa da Lotito dunque, secondo il presidente del Palermo, che si esprime negativamente anche sulla proposta di ridurre il numero delle squadre della serie A: “In Germania hanno diciotto squadre, in Inghilterra e Francia ne hanno venti e i campionati funzionano benissimo. Il vero problema riguarda la ripartizione delle risorse e spero che la Federazione ci aiuti ad allinearci alle altre nazioni. È più difficile combattere contro le big che prendono tutti i proventi dei diritti tv. Bisogna prendere esempio dai paesi che nel mondo del calcio sono più avanti, seppur con gli stessi problemi di bilancio. Bisogna rendere possibili gli investimenti stranieri. Il buon senso, qui, è stato sostituito dall’ingordigia”.