Zamparini e la fiducia a orologeria | Il Palermo in un vicolo cieco - Live Sicilia

Zamparini e la fiducia a orologeria | Il Palermo in un vicolo cieco

Il presidente del Palermo calcio, Maurizio Zamparini

I problemi di questa squadra hanno radici estive. Il presidente ha sopravvalutato una rosa inadeguata per conquistare la salvezza dopo le cessioni in sede di mercato.

Serie A - Il commento
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PALERMO – Un film drammatico e, allo stesso tempo, con una trama che non sembra affatto inedita. La spirale in cui si avvita il Palermo calcio somiglia sempre più a un tornado che rischia di travolgere il club di Zamparini fino alle sabbie mobili della zona retrocessione. Le ultime settimane hanno consegnato al campionato una squadra in pieno psicodramma. Uno stato mentale innescato dalle scelte “di pancia” del patron friulano. E se la leggendaria testardaggine di Zamparini a volte ha portato a imboccare la strada giusta grazie a splendide intuizioni di mercato in questa stagione sembra che la direzione presa sia quella di un vicolo cieco da cui adesso bisogna uscire alla svelta.

I problemi di questa squadra hanno radici estive. Il presidente si è costruito una verità tutta sua, sopravvalutando una rosa inadeguata per conquistare la salvezza dopo le cessioni in sede di mercato. E quando i limiti della rosa sono emersi dopo tre mesi di campionato, a novembre il patron ha creduto di dare una scossa all’ambiente e risollevare le sorti della squadra utilizzando la ricetta che conosce meglio: l’esonero. Il numero venti in carriera a spese di un tecnico come Iachini che aveva persino centrato la vittoria interna col Chievo chiesta alla vigilia.

Zamparini non aveva fatto i conti, però, con gli effetti collaterali di un ribaltone che non è stato e non poteva essere come tutti gli altri. L’avvicendamento in panchina tra Iachini (allenatore amato sia dalla piazza sia dai suoi giocatori) e Ballardini ha finito col delegittimare il nuovo tecnico, che adotta un altro sistema di gioco rispetto al suo predecessore e per il quale servirebbero interpreti diversi per rendere al meglio. E così l’uomo venuto da Ravenna per sistemare il giocattolo rosanero si è ritrovato al cospetto di una squadra svogliata e incapace per limiti strutturali di tradurre in campo la sua filosofia di calcio. Se a questo si aggiunge anche lo choc psicologico a cui è stato sottoposto l’ambiente dopo il ko e l’eliminazione in coppa Italia contro una squadra di LegaPro e le epurazioni presidenziali di Maresca, Rigoni e Daprelà, ecco spiegata la frittata rosanero che si è completata con la nuova sconfitta in casa dell’Atalanta che ci consegna una nuova settimana ad alta tensione. Il popolo rosanero è triste. Mostra segnali di insofferenza verso le scelte della proprietà e dai social network ai bar, dagli uffici alle sale da barba cresce il nugolo di scontenti che arriva a ipotizzare una soluzione rivoluzionaria per il mondo del calcio: l’esonero del presidente. Un uomo amato e odiato al tempo stesso, dopo tredici anni al timone di un club in cui ha portato campioni e bidoni, vittorie esaltanti e sconfitte cocenti. Un presidente che, al di là dei cambi di allenatore, a gennaio dovrà rinforzare la squadra con giocatori che conoscono bene la serie A per poter rimanerci.

Sabato il Palermo incontrerà il Frosinone al Barbera per una sfida che ha già il sapore di spareggio salvezza e che in caso di mancata vittoria potrebbe portare Zamparini a un controribaltone e al ritorno di Iachini sulla panchina di viale del Fante. Insomma, torna il sistema della fiducia a orologeria anche per Ballardini, a cui il presidente ha già fatto sapere che potrà solo vincere per guadagnarsi la conferma. Un film drammatico, e già visto a Palermo. Tante, troppe volte. 

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