PALERMO – Le ventiquattro ore di follia del post-Fiorentina, al confronto, sono state un tranquillo colloquio di lavoro. Il cambio di allenatore che non c’è stato dopo la sconfitta con i viola si è realizzato al termine della sfida del “Bentegodi” contro il Verona, dove il Palermo avrà sì trovato tre punti fondamentali nella corsa salvezza, ma ha anche perso la guida di Davide Ballardini, sfiduciato da tempo da Zamparini e attaccato apertamente dal capitano Sorrentino, nonché dal resto della squadra, che si è autogestita fino al match contro la squadra di Delneri. Non una bella immagine, sia per il tecnico che per il Palermo, con lo scenario di un esonero praticamente obbligato.
Ballardini, che ha un contratto fino a giugno, non ha voluto prendere in considerazione l’ipotesi rescissione. Una possibilità paventata da Zamparini (anche se lo stesso patron immaginava già una risposta negativa), che a fronte del rifiuto ha mosso i propri legali per trovare una scappatoia. Il ritiro di Coccaglio, con Ballardini ritrovatosi a non allenare una squadra non più sua, è il punto su cui batte il presidente per una risoluzione contrattuale per giusta causa. Ipotesi piuttosto cervellotica, tant’è che alla fine si è proceduto con un “normale” esonero dall’incarico di allenatore.
La decisione di esonerare Ballardini, a dispetto dell’evidente rottura tra il tecnico e la squadra, non è stata immediata. Intanto Zamparini ha subito preso atto dell’impossibilità di riportare Iachini a Palermo, scelta stavolta da attribuire più al presidente che all’allenatore marchigiano, mai realmente contattato per fare rientro in Sicilia dopo la vittoria con l’Hellas. A quel punto, la decisione più logica, sia dal punto di vista del bilancio che da quello tecnico, è sembrata essere quella di affidarsi a Fabio Viviani, assistente tattico di Iachini portato a Palermo su consiglio di Francesco Guidolin. Ma tra la logica e la realtà, con Zamparini di mezzo, si va sempre in disaccordo.
Ed ecco dunque che Zamparini, nel bel mezzo di un campionato ancora apertissimo nella lotta salvezza, ha già in casa l’allenatore per la prossima stagione. Al presidente del club di viale del Fante, resosi ormai conto di non poter continuare con Ballardini anche nell’improbabile ipotesi di “resistenza” fino a fine stagione, ha bloccato Guillermo Barros Schelotto, in uscita dal Lanus e in procinto di assumere la carica di commissario tecnico del Paraguay. Con Ballardini esautorato dall’incarico, Zamparini pensa bene di accelerare i tempi. L’argentino dà il benestare e si promette al Palermo già a gennaio. Con una condizione: l’inizio della sua avventura deve slittare di qualche giorno.
Schelotto, infatti, si trova attualmente negli Stati Uniti, e non potrà rientrare in tempo per guidare la squadra a Genova nell’altro scontro salvezza di questo mese, quello che vedrà i rosa opposti al Genoa di Gasperini. Ecco allora che la logica, almeno per una settimana, torna ad avere la meglio, e Zamparini affida la prima squadra a Fabio Viviani. Giusto il tempo di traghettare la squadra fino a Marassi, insieme all’allenatore della Primavera Giovanni Bosi, per poi tornare dietro le quinte e fare l’assistente tattico di Schelotto, il cui esordio in Serie A dovrebbe così avvenire nel match casalingo con l’Udinese. E per la prima volta nella sua presidenza a Palermo, Zamparini ha di fatto sostituito un allenatore prima di dargli la panchina.