“Considero Beppe Marotta come un figlio, è diventato uno dei migliori dirigenti del calcio italiano, anche se all’epoca vestiva sempre di scuro e pensavo portasse sfiga perché ero superstizioso. Quando è andato all’Inter ho subito scommesso sullo scudetto dei nerazzurri. Ci sentiamo spessissimo, Conte gliel’ho suggerito io. Ma prima è stato la forza della Sampdoria e della Juve. Lasciare Venezia fu un mio grande errore, se tornassi indietro non lo rifarei. Ma ero esacerbato, mi insultavano solo perché ero un imprenditore: c’era l’avversione dei centri sociali di Casarini con striscioni, proteste, addirittura con atti violenti, come quando entrarono in sede minacciando i miei dirigenti, cosa che non mi sarei mai aspettato. Se lo città lo consente, pensai, allora me ne vado. Ma sono pentito di quella scelta, fu un errore lasciare questa piazza unica, da friulano mi sento cugino dei veneziani”. Quese alcune delle dichiarazioni rilasciate dall’ex presidente del Palermo Maurizio Zamparini durante un’intervista concessa al “Gazzettino di Venezia”.
L’ex patron del club siciliano ha poi continuato: “Volevo portare Marotta a Palermo, così gli proposi di farlo presidente dandogli metà delle azioni. Ci pensò, ma alla fine scelse l’offerta dell’Inter. Il Venezia non poteva permettersi in B giocatori come Maniero e gli altri appena retrocessi: io li comprai versando 20 miliardi di lire e regalando la società a Dal Cin, con in cassa 4 miliardi di attivo e zero debiti. Tra l’altro con il fallimento dovetti pagare di tasca mia la fideiussione da 2,5 miliardi che avevo firmato all’epoca. In totale a Venezia ho lasciato qualcosa come 50 milioni di euro, senza ricevere nulla in cambio, neanche la gratitudine”.