Arriva nelle sale “Zero Dark Thirty”, la pellicola cinematografica più discussa e attesa dell’anno. Il film, racconta in centocinquantasette minuti l’intensa attività di intelligence che portò all’individuazione e uccisione del terrorista Osama Bin Laden. Una caccia durata dieci anni, dal 2001 al 2011, per il nemico pubblico numero uno, quello che la regista stessa definisce “l’uomo più pericoloso del mondo”.
È proprio sull’avvincente e tortuoso percorso d’indagini per arrivare al famigerato blitz che il film si concentra, raccontando l’intenso lavoro di un team che non si è mai arreso, impegnando ogni forza in quella che agli occhi di tutti si configurava come una sorta di “mission impossible”. Il titolo deriva dal gergo militare americano ed indica la mezzanotte e mezzo, l’ora in cui, nel pieno dell’oscurità, partono le azioni militari più rischiose. E’ proprio con le immagini di buio assoluto che “Zero Dark Thirty” ha inizio, si sentono solo delle voci. Sono quelle delle persone rimaste intrappolate nelle Torri Gemelle quel maledetto 11 Settembre 2001.
Chiedono aiuto e salutano i loro cari, prima di morire. Poi si dipana la storia, incentrata su Maya, l’agente della Cia che individuò il nascondiglio segreto di Bin Laden, in Pakistan. Dieci anni sono pochissimi per chi guarda le immagini di quel giorno e rivive sulla propria pelle quell’orrore.
Dieci anni sono lunghissimi per i sopravvissuti che convivono con fantasmi e ricordi. Immediate le polemiche scatenate dalla pellicola in America: per i repubblicani, infatti, il film è un enorme spot per celebrare Obama. Ma anche la Cia è arrabbiata: l’agente Maya, infatti, avrebbe rivelato alla regista, tramite un suo consulente, alcuni particolari che dovevano restare segreti.