CATANIA – Per risalire all’origine del polo logistico Eurospin che sta per sorgere alla zona industriale di Catania bisogna tornare indietro di quattro anni e diverse società. Perché ciò che, adesso, è dichiaratamente di Eurospin Sicilia spa, fino a qualche giorno fa era di Ecoin spa. E prima ancora di Hub Service srl. E prima ancora di Primosole srl. In una serie di passaggi di proprietà che parte nel 2019 con il dichiarato scopo di costruire sette grandi capannoni, poi diventati due macro-comparti. E che finisce al termine di luglio 2023, con la voltura del permesso di costruire dalla società della galassia Caruso a Eurospin Sicilia.
Di proprietà in proprietà
La storia del maxi polo logistico della zona industriale di Catania comincia nel 2019. La Primosole srl ha il nome del famoso ponte a Sud del capoluogo etneo, ma ha sede legale a Padova e si interessa alla “realizzazione di un comparto industriale costituito da numero sette capannoni destinati ad attività di logistica” sullo stradale Primosole, cioè la parte della strada statale 114 che guarda verso la provincia di Siracusa.
L’area è individuata da otto particelle catastali che ben presto, nella prima variante di progetto – datata 2020 – diventano 19, con la suddivisione in “due macro-comparti industriali destinati ad attività di logistica integrata e relativi servizi”. I metri quadrati di cui si parla sono 425mila, di cui 104mila di superficie coperta tra il fiume Simeto e la tangenziale di Catania. Una zona che rientra nel perimetro dell’Asi, cioè dell’Area di sviluppo industriale.
Un anno dopo il rilascio del permesso di costruire alla Primosole srl, a portare avanti il progetto è già un’altra società: la Hub service srl. Che con la precedente condivide l’amministratrice unica: Giovanna Gagliano. Nel frattempo il progetto è cambiato: da sette capannoni che dovevano essere, si immaginano due macro-comparti. Uno dei quali, il macro-comparto B, attirerà l’attenzione di Eurospin Sicilia spa. Nel 2021, trascorso un altro anno, Hub service chiede al Comune di Catania la voltura del permesso di costruire a una nuova società: la Ecoin spa, alla quale “unità e porzioni immobiliari” erano già state trasferite con un atto notarile.
La galassia dei Caruso
Rappresentante legale di Ecoin spa è Gaetano Caruso, fratello di Emanuele, già socio unico della stessa Hub service srl. Riepilogando: la Primosole srl, con sede a Padova, è amministrata da Giovanna Gagliano. A dicembre 2019 la società viene fusa con la Hub service srl, di cui Gagliano diventa amministratice, mentre Gaetano Caruso è socio. Nel 2020, quindi, il grande polo logistico della zona industriale di Catania è di interesse di Hub service. Società che, nel 2021, passa l’affare a Ecoin spa, la società ammiraglia della famiglia Caruso che, da Paternò, ha conquistato ampie porzioni di mercato nella zona industriale di Catania.
I lavori vanno avanti, la chiusura del cantiere è prevista per gli ultimi mesi del 2023 (ma potrebbe essere chiesta una proroga per arrivare fino al 2024). Alla fine di luglio 2023, arriva un’altra voltura: da Ecoin spa a Eurospin Sicilia spa. Il meccanismo vale per i singoli supermercati e vale per gli spazi che serviranno a rifornirli: di terreni, progetti e permessi si occupano le aziende locali; quando è tutto fatto, arriva Eurospin e compra. Così è accaduto, anche stavolta, con Ecoin.
L’ex cementificio di via Tempio
Della famiglia Caruso e degli interessi all’ombra dell’Etna si è ricominciato a parlare di recente. Quando, cioè, LiveSicilia ha reso noti i progetti di riqualificazione dell’ex cementificio Italcementi di via Domenico Tempio, di fronte al porto di Catania. Un affare che, nelle idee di chi l’ha proposto – con la consulenza del commercialista Antonio Pogliese, padre dell’ex sindaco e oggi senatore Salvo Pogliese -, dovrebbe coinvolgere anche l’Autorità di Sistema portuale della Sicilia orientale.
Come per il polo logistico di Eurospin, anche l’ex cementificio è passato da una società all’altra sempre di riferimento della famiglia Caruso. Emanuele Caruso è, insieme alla compagna Daniela Pisasale, sotto processo a Palermo con l’accusa di corruzione. I due sono stati condannati in primo grado, col rito abbreviato, per una questione di mazzette alla discarica di Bellolampo, nel capoluogo regionale.
Non si tratta dei primi problemi con la giustizia di Emanuele Caruso. Nel 2004 viene accusato di associazione a delinquere di stampo mafioso: sarebbe un uomo del clan Santapaola. Nel 2013 la Cassazione conferma il proscioglimento già avvenuto in Appello: per i giudici è vittima di estorsione da parte di Cosa nostra, altro che partecipe. In quella stessa inchiesta, viene assolto con formula piena anche suo fratello, Gaetano Caruso.
L’opposizione della Cgil
“Noi non siamo contro lo sviluppo. Tuttavia ci opponiamo all’idea di una nuova cementificazione dell’area dell’ex Italcementi. Aldilà di quanto bella possa essere la riqualificazione dell’area, riteniamo che essa non restituisca degli spazi ai cittadini. Sarà una nuova cementificazione e sappiamo i danni che le cementificazioni hanno prodotto a Catania”, ha detto il segretario regionale della Fillea Cgil Giovanni Pistorio.
Negli stessi giorni, la segreteria provinciale del sindacato, guidata da Vincenzo Cubito, ha contribuito a organizzare una conferenza stampa proprio in via Domenico Tempio. La città, ha detto Cubito, “non ha bisogno di nuovo cemento e le conseguenze di quello già in eccesso versato nei decenni scorsi le vediamo ogni qualvolta non si riesce a gestire una ordinaria giornata di maltempo. Si è già costruito troppo e male. Non ci convince neppure la tesi secondo la quale, la nuova cubatura da costruire sostituirebbe tale e quale la precedente”.