Zuccaro: "I Cappello |erano diventati egemoni" - Live Sicilia

Zuccaro: “I Cappello |erano diventati egemoni”

Le rivelazioni del Procuratore di Catania e degli inquirenti che hanno condotto l'inchiesta Penelope.

Parlano gli investigatori
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CATANIA – “I Cappello erano diventati egemoni nel territorio”. Non usa mezzi termini il procuratore capo di Catania Carmelo Zuccaro per descrivere la caratura criminale di colonnelli e boss della cosca Cappello Bonaccorsi che oggi sono finiti in carcere nell’ambito dell’operazione Penelope condotta dalla Squadra Mobile e dallo Sco. Se in altre retate erano riusciti a fermare le squadre operative con questa inchiesta “siamo riusciti ad assicurare alla giustizia i vertici della cosca” – prosegue il procuratore.

Zuccaro passa direttamente al cuore della delicata indagine, che ha permesso di colpire il potere imprenditoriale della consorteria mafiosa: “Abbiamo arrestato l’imprenditore Guglielmino che noi riteniamo essere appartenente all’organizzazione”. Imprenditore a cui sarebbero riconducibili una serie di imprese sequestrate dalla polizia. Su questo aspetto si sofferma anche il Questore Marcello Cardona che evidenzia “l’importanza del sequestro dei beni nella lotta alla criminalità organizzata”. E il poliziotto promette: “Nei prossimi mesi ci potranno essere delle sorprese”.

E’ la pm Antonella Barrera che approfondisce il tema delle contestazioni agli indagati. “Associazione mafiosa, estorsione e intestazione fittizie di beni” – sono le principali accuse ai gregari dei Cappello Bonaccorsi. La magistrata della Dda entra nel cuore del sistema dei prestanome. “Le imprese venivano intestati a soggetti di comodo” – spiega. “E’ questa la novità di questa indagine – evidenzia il pm Pasquale Pacifico – il clan Cappello-Bonaccorsi diventa imprenditore. Abbiamo accertato che la cosca -aggiunge –  si è introdotta nel tessuto economico imprenditoriale ed ha investito il denaro sporco in attività che potevano sembrare lecite”. A dimostrazione della capacità di infiltrazione mafiosa la pm Tiziana Laudani racconta come un “imprenditore prima vittima di estorsione (gli erano stati rubati camion e rame, ndr) è diventato invece carnefice” e complice del clan Cappello. “Abbiamo assistito a questa trasformazione nel corso dell’indagine” – ha spiegato.

I Cappello Bonaccorsi sono specializzati nel traffico di droga. “E’ l’attività principale del clan Cappello – spiega la pm Antonella Barrera che spiega anche i ruoli. “Massimiliano Salvo è il responsabile delle piazze di spaccio di Catania, mentre Calogero Balsamo è il responsabile dei paesi”. Un modo di autodefinirsi che emerge dalle intercettazioni. “L’interesse per il grosso traffico e la gestione delle piazze di spaccio. Sempre oggetto di frizioni e lì abbiamo rilevato la gestione nei quartieri di San Cristoforo e di Librino, espansione anche fuori provincia”.

 

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