Qual è la differenza | tra un letto e una barella? - Live Sicilia

Qual è la differenza | tra un letto e una barella?

Ecco il primo pezzo che abbiamo ripescato per lo speciale. E' del luglio scorso. Una notte in ospedale. Un racconto dell'estate appena passata. L'umanità dei medici e le carenze delle strutture. Ve lo riproponiamo.
Speciale sanità
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La faccia del medico, rossa di vergogna e imbarazzo. Una bella faccia da uomo serio, amico della sua professione, sensibile. Un seguace di Ippocrate, distrutto dalle sue stesse parole: “Mi dispiace, non abbiamo letti liberi. Dovremo sistemarlo nella barella”.
Malattie respiratorie al “Cervello” di Palermo, reparto lindo e funzionante. Stanze stipate. Uno dei tanti campi di battaglia della sanità pubblica siciliana, la sanità virtuosa dei tagli e dei risparmi che giustamente finisce sul giornale. Respiri difficili in corsia e non sono solo i malati. Dietro le forbici dell’economia, si agita un plotone valoroso e umanissimo di medici e infermieri. Si scusano. Si adoperano. Suoni il campanello e accorrono. Sollevano con le parole e con i farmaci. E, quando capiscono che non ce n’è più, si ritraggono. Lasciano spazio al resto.

Il caso che arriva nella notte di un martedì da Villa Sofia è disperato. Un ragazzo devastato da un tumore. E il letto non c’è. C’è una barella che i sanitari approntano con tutta la decenza possibile. Il malato si lamenta, vorrebbe proprio un letto, lo chiede a più riprese. Il dottore china il capo: “Il letto non ce l’abbiamo, mi spiace”. Una notte difficile. Il malato insiste con l’impazienza di chi soffre: “Vorrei un letto”. E il letto non c’è. C’è una pila di cuscini sistemati strategicamente per alleviare il dolore, per lenire l’insufficienza respiratoria, come si può.

I medici fanno tutto il necessario e anche di più, prima di consegnare il paziente alla pietà del ritorno a casa. Sono splendidi dottori e infermieri siciliani costretti a inventarsi un mestiere nuovo da equlibristi, nella sanità pubblica virtuosa dei tagli, delle forbici e dei risparmi.
Ed è dappertutto così. Chiedete in giro: troverete ovunque professionisti in trincea,  piegati dall’assenza di risorse.

La storia finisce con la morte del ragazzo che fa dimenticare il resto. E’ una storia siciliana, la vicenda normale di un corpo in agonia su una barella. Nessuno le racconta più storie così, anche se sono il pane quotidiano dei nostri ospedali. Non vengono alla luce. Sui giornali contano di più i numeri che non muoiono mai.
E magari, poi,  ti rassegni. Pensi che tra una barella e un letto la differenza sia niente. Invece è tutto. (rp)

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