"Su Lombardo depistaggi | per bloccare le riforme" - Live Sicilia

“Su Lombardo depistaggi | per bloccare le riforme”

Antonello Cracolici a Livesicilia
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Antonello Cracolici, capogruppo del Pd all’Ars, oggi appare molto, ma molto meno sereno del solito. Bisogna fare un passo indietro e raccontare al lettore la cordialità delle telefonate con uno dei leader del Pd siciliano, perché Cracolici,  anche nelle situazioni più complicate da gestire, riesce a mantenere un’apparente tranquillità, almeno con il cronista. Ma questa mattina è sceso in campo addirittura il Corriere della Sera, che in un editoriale di Maria Teresa Meli, si chiede come possa il Pd continuare a sostenere un governatore oggetto di indagini sulla mafia. Questa, proprio, Cracolici non è riuscito a tollerarla. “Soltanto in un mondo al contrario – dice Cracolici – è possibile che davanti a un’ordinanza d’arresto di 47 persone e alla conferma che su Lombardo non c’è alcun provvedimento, la notizia diventi cosa conta di fare il Pd. L’editorialista del Corriere dice una cosa che è veramente assurda, sembra Alice nel Paese delle Meraviglie. Oggi l’unico soggetto da cui Lombardo è stato coinvolto è il Pd, che lo ha coinvolto nel cacciare l’Udc di Cuffaro e il Pdl di Alfano, Schifani, il Pdl di Dell’Utri, di Castiglione”.

A sostegno della sua tesi, un Cracolici sempre più infervorato ricostruisce le parole del procuratore D’Agata: “Nell’ordinanza di arresto – continua – non c’è il nome di Lombardo, non è neanche citato, non ci sono atti processuali, non c’è nessuna novità per il governatore. In una conferenza stampa in cui il procuratore D’Agata parlava di tutta l’operazione, una giornalista gli ha chiesto se Lombardo fosse indagato e D’Agata risponde “questo lo ha detto lei”. Le indagini possono portare a qualcosa o non portare nulla, e il Pd allo stato attuale non ha nulla da aggiungere rispetto a quanto detto in precedenza”.

Ma le indagini degli inquirenti potrebbero anche sfociare in accuse nei confronti del governatore, motivo per il quale l’editoriale del Corriere si chiede come mai il Pd continui a rischiare: “Quando e se dovessero essere accertati eventuali rapporti tra il governatore e la mafia – replica Cracolici – il Pd non resterà un minuto di più. Quello che vedo in questo momento è soltanto un depistaggio mediatico per bloccare tutto, ma noi andremo avanti sul programma delle riforme. Il fatto che ci siano delle indagini in corso che riguardano un personaggio pubblico, non significa assolutamente nulla e non a caso la stessa Procura ammette che al momento non ci sono elementi per l’iniziativa processuale”.

“Invece – continua il capogruppo del Pd – a dare un’occhiata al vostro giornale, si continua a leggere la raccolta dei commenti degli orfani di Cuffaro. Ecco, agli orfani di Cuffaro e a quelli del Pdl voglio dire che, mi dispiace per loro, non solo non lo hanno arrestato, ma dopo mesi di indiscrezioni si scopre che il nome di Lombardo non è proprio citato nell’ordinanza di arresto e che non gli è arrivato nemmeno un avviso di garanzia”.

Cracolici ad ogni modo conclude con una promessa già fatta dal partito mesi fa e rinnovata in un momento politico particolarmente delicato: “Quando Lombardo – e se Lombardo – sarà coinvolto in eventuali rapporti con la mafia o con esponenti mafiosi, il Pd, da partito che sulla mafia non ha mai fatto sconti a nessuno, non resterà con Lombardo un minuto di più”.

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