Cara Palermo, ladra di Smart | e della mia speranza - Live Sicilia

Cara Palermo, ladra di Smart | e della mia speranza

Una lettrice ci scrive: "Dopo cinque anni senza auto, ho comprato una Smart usata. L'ho guidata una volta soltanto prima che me la rubassero. Non ti perdono questo ennesimo furto, cara Palermo, covo di ladroni e nullafacenti".

LA LETTERA
di
2 min di lettura

Una lettrice palermitana scrive a Live Sicilia. E racconta la storia di una Smart. E di un amore finito. Quello per la sua città. Oggi vogliamo aprire il nostro giornale facendovi leggere le sue parole. E sentire cosa ne pensate.

PALERMO – Cara Palermo oggi ti scrivo, voglio parlare con te. Mercoledì scorso ho acquistato una macchina, usata, perché nuova al momento mi sembrava un lusso troppo grande. Ti racconto questa vicenda perché sono mesi che ti osservo, con tristezza, con rabbia e in silenzio e adesso ho voglia di parlarti.

Ma dicevo, l’ho acquistata mercoledì scorso ed ero contenta, nonostante qualche difficoltà iniziale, nel guidare la mia bella smart blu e grigia, erano più di 5 anni che non avevo un mezzo. Dopo aver riflettuto parecchio ho deciso che potevo fare gli ennesimi sacrifici ma dopo tanto lavoro ogni giorno dovevo premiarmi e alleggerire il peso delle giornate dalle interminabili circumnavigazioni a piedi della città. Mercoledì scorso l’ho ritirata. Giovedì ho fatto un giro per guardarti, l’ho posteggiata sotto casa mia. Tra giovedì notte e sabato cara Palermo la mia macchina già non c’era più. Rubata dopo averla guidata solo una volta.

Cara Palermo mi dispiace dirtelo ma mi fai davvero schifo ed è solo colpa tua se i palermitani sono gentaglia, perché tu eri bella, troppo bella, tanto da coprire gli occhi dei tuoi figli dallo schifo che ormai è insito in ogni tuo angolo. Tu culli i tuoi figli con il canto del mare e racconti la storia di tempi troppo lontani dalla realtà, e nel frattempo subdola infliggi punizioni. Tu inebri i tuoi giovani che nascono spavaldi e senza paura perché consapevoli che non gli accadrà nulla in una città, in una terra, dove non c’è controllo, non c’è legge, non c’è niente solo l’odore di mondi che sono passati ma ormai troppo lontani.

Questo non basta più, ormai hai scoperto il fianco, sei nuda, spoglia della dignità, non hai voce che sia pronunciata dalla bocca di un uomo o di una donna. Non ho più motivi per giustificarti perché dopo l’ennesima amarezza dopo l’ennesimo furto che mi hai inflitto davvero non ti perdono. Da oggi non mi vedrai più sorridere fischiettando mentre cammino per le tue strade sudicie ma mi vedrai guardinga, ferita, arrabbiata e, non credere, non avere neanche per un’istante l’illusione, che mi interesserà di te.

Non mi riguardi più. Non sarò né meglio né peggio della maggior parte delle persone che ti occupano sarò come loro. Tu non mi hai regalato niente, neanche un panorama o una vista mozzafiato, ciò che credevo che fosse lo devo a me stessa e al modo in cui fino a stamattina guardavo le cose. Oggi sei squallida, sei un covo di ladroni, assassini, nullafacenti e lamentosi.

Cara Palermo, non credere che la rabbia muova la mia penna e che domani tutto passerà. Ormai ti ho vista per quello che sei e il ribrezzo non se ne andrà.

Alessandra

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