CATANIA – Sono uscite le graduatorie definitive dei posti letto delle residenze universitarie divisi per: biennali; ciclo unico, corsi specializzazione, dottorati, primo anno, triennali e vecchio ordinamento in ordine di punteggio discendente. La pubblicazione delle graduatorie sono state rispettate con i tempi previsti dal bando di concorso. Questo non è bastato, tuttavia, a placare gli animi degli studenti, molti dei quali non sono risultati vincitori del beneficio del posto letto o altri ancora esclusi dal nuovo Bando unico di Concorso. Nonostante, i 696 posti letto messi a disposizione in 10 residenze universitarie dall’Ersu, questi numeri non bastano per fare fronte alla costante richiesta degli studenti fuori sede che hanno necessità di alloggiare in città. Se da un lato l’Ersu di Catania si muove nella direzione dell’ampliamento e dell’accoglienza, dall’altro sembrerebbe che l’Ersu non trovi una soluzione defnitiva al problema degli studenti fuori sede, infatti sono oltre quindicimila gli studenti che hanno fatto richiesta per alloggiare a Catania.
A settembre l’inaugurazione della struttura Etnea-Caronda e quella di via Carrata, avevano fatto sperare ad un ampliamento significativo. La residenza di via Etnea può ospitare studenti per 22 posti letto e quella di via Carrata può ospitarne 43 posti letto. Edifici individuati per le attività di internalizzazione, con l’idea di ospitare gli studenti Erasmus ospiti a Catania. Resta, pertanto, vivo il problema degli esuberi degli studenti che hanno diritto ad un alloggio. Non sono pochi quelli che si autotassano per mantenersi un alloggio a Catania.
Per trovare un posto letto bisogna rivolgersi al mercato libero degli affitti, con il rischio di pagare più di quanto non dovrebbero. Gli studenti, stretti tra le carenze posti letto e le difficoltà economiche, devono confrontarsi con gli affitti giudicati poco trasparenti e irregolari, nel tentativo di trovare una soluzione residenziale in città. Il Sunia provinciale e l’Unione degli studenti universitari denunciano che una delle conseguenza più gravi dei tagli al diritto allo studio sia il blocco della predisposizione da parte dell’Ersu dei posti letto sufficienti ad accogliere la domanda degli studenti. Infatti, la richiesta di un’abitazione in città interessa circa 15.000 studenti fuorisede che hanno la necessità di un alloggio per poter seguire i corsi universitari.
Secondo i dati del Sindacato UDU per l’area casa e del Sunia nel 2011 l’85% degli affitti per gli studenti è in nero, nel 2012 c’è stato un aumento del nero di circa 2 punti percentuali. La segretaria del Sunia Giusi Milazzo, spiega che: “Ci sono 15.000 studenti fuori sede che sono potenzialmente interessati all’affitto. Quest’anno la durata dell’affitto richiesta dagli studenti è di 10 mesi, a fronte di questa durata inferiore all’anno i prezzi degli affitti non hanno subito variazioni sensibili. L’affitto medio per posto letto richiesto è tra i 120,00 e i 150,00 euro; per una stanza singola è 200-250,00 euro – prosegue – Spesso la cifra richiesta è maggiore di quella che si viene a determinare calcolando il canone sulla base dell’accordo territoriale, per questo i proprietari scelgono di non registrare il contratto. L’80% delle case offerte agli studenti sono fatiscenti e poco sicure.Sul fronte della denuncia del contratto irregolare ed non registrato le azioni intraprese dagli studenti sono pressoché nulle a differenza dei fruitori di altre tipologie di locazione”.
