Caos Formazione professionale| Corte dei Conti, cinque condanne - Live Sicilia

Caos Formazione professionale| Corte dei Conti, cinque condanne

Cinque condanne per danno erariale. Secondo la Procura regionale della Corte dei Conti, gli Enti citati in giudizio sono l'esempio di come sarebbero stati spesi male i soldi della formazione professionale in Sicilia.

PALERMO – Cinque sentenze della magistratura contabile. Cinque condanne per danno erariale. Esempi di come possano essere spesi male i soldi della formazione professionale in Sicilia. Addirittura, pagando un dipendente con denaro pubblico per fargli ridipingere le pareti dell’appartamento dell’ex presidente della Confesercenti di Alcamo, già condannato in sede penale ed espulso dall’associazione che raggruppa le piccole e medie imprese.

Si tratta di Diego Ferrara ora condannato anche dalla Corte dei Conti, assieme all’ex dipendente Ignazia Cicirello, a restituire 541 mila euro all’assessorato regionale al Lavoro. Davanti al Tribunale sia la Ferrara che la Cicirello hanno patteggiato una condanna per peculato e truffa aggravata. Avevano trasferito i contributi regionali per i corsi professionali dal conto corrente della Confesercenti di Alcamo a quello della Cts Consulting Training Service, società di cui la Cicirello era rappresentante legale. Inevitabile che il giudizio penale pesasse anche in sede contabile, dove entrambi hanno sostenuto che i corsi professionali tra il 2003 e il 2004 furono realmente organizzati. Ed inoltre, che i soldi, poi restituiti alla Confesercenti, erano stati trasferiti sul conto delle Cts solo per sbloccare la situazione amministrativa ferma al palo per colpa dei ritardi della Regione.

Di diverso avviso la Corte dei Conti che ha accolto la tesi della Procura regionale secondo cui, “il fatto che le somme in questione siano state successivamente rigirate alla Confesercenti non fa venir meno l’illecita distrazione dei fondi pubblici, non elide la violazione del dovere di fedeltà del percettore di pubblici finanziamenti nei confronti dell’amministrazione, non cancella la rottura del rapporto di fiducia tra l’amministrazione erogante e l’ente infedele”. Anche perché in sede penale era già emerso che i corsi erano stati rendicontati in maniera approssimativa e che Ferrara aveva pure minacciato di licenziare un dipendente in caso si fosse rifiutato di ripulirgli le pareti della sua casa al mare e costretto altri a dichiarare di avere lavorato meno per pagargli uno stipendio più basso .

Le altre quattro sentenze coinvolgono Patrizia Fatone, ex funzionario in servizio alla provincia di Agrigento. Era l’addetto al settore formazione professionale che alla fine degli anni Novanta diede il via libera ad alcuni corsi su cui si concentrò prima l’attenzione della magistratura penale (la Fatone è stata condannata in Tribunale) e poi di quella contabile. Nel mirino sono finiti i corsi per “Operatore turistico ambientale” e di “Alfabetizzazione di inglese e informatica” (organizzati dall’associazione Sandro Pertini di Favara, di cui il legale rappresentante era Michele Morreale). Ed ancora i corsi di “Artigiano ceramista” e “Addetto al front office turistico” organizzati dalle associazioni Palladium di Favara (legale rappresentante era Lia Maria Minio) e Società Cooperativa Viaggiare di Agrigento (legale rappresentante era Francesco Milioto). Hanno tutti sostenuto la regolarità dei corsi. Una regolarità smentita, invece, dalle indagini della Procura regionale della Corte dei Conti.

Sono così arrivate le condanne a restituire rispettivamente 87 mila, 101 mila e 71 mila euro.


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