Budget della Formazione, accordo tra sindacati e associazioni datoriali - Live Sicilia

Budget della Formazione, accordo tra sindacati e associazioni datoriali

Proposta di Turano. Giambona: "Pronto anche un mio ddl"
REGIONE
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PALERMO – Luce in fondo al tunnel scavato dall’approvazione, nella notte dell’8 gennaio, dall’ok in Finanziaria, da parte dell’Ars, della norma che riscrive, abrogando qualsiasi limite ai budget per i progetti di formazione professionale, il regime del tetto massimo consentito agli enti nella presentazione dei progetti. Il rischio, paventato dalla maggioranza delle organizzazioni, è – scrivono congiuntamente – “la restaurazione di un oligopolio a vantaggio dei pochi, soliti noti grandi enti, con la conseguente paralisi di un settore cruciale per i giovani e lo sviluppo della Sicilia”.

A margine della riunione del Comitato per le politiche regionali della Formazione professionale, convocato dall’assessore regionale all’Istruzione e Formazione Mimmo Turano, le sigle datoriali Cenfop, FORMA.Re (che rappresenta Forma nazionale), Federterziario, Anfop, Asef, insieme con e le organizzazioni sindacali Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola, Confsal e Ugl Scuola FP, hanno consegnato all’assessore Turano una proposta condivisa per la revisione dell’art.70 della Legge Regionale n. 3 del 31 gennaio 2024.

“Non appare superfluo – si legge nella comunicazione all’assessorato – evidenziare che la norma in questione era stata varata dall’Ars la notte dell’8 gennaio 2024, ovvero durante la ‘maratona’ della manovra finanziaria, mortificando e calpestando il ruolo della commissione parlamentare competente e del Comitato istituito con legge regionale n. 23 del 2019, mai consultati preventivamente. Le organizzazioni scriventi hanno apprezzato la volontà dell’assessore Turano di coinvolgere le parti sociali per riscrivere quella norma che, se così fosse lasciata, provocherebbe la paralisi del comparto”.

“Non è pensabile – prosegue la nota – che un settore strategico come quello dell’istruzione e della formazione professionale, destinato a formare migliaia di giovani siciliani e che impiega altrettante migliaia di lavoratori, venga condizionato dalla scelta di pochi e pertanto, hanno condiviso di abrogare il comma 1 dell’art. 70 della L.R. 31 gennaio 2024 n. 3 riguardante l’abolizione del tetto massimo finanziabile nell’ambito dello stesso avviso/bando ripristinando l’art. 12 comma 2-bis della L.R. 14 dicembre 2019 n.23; modificare il secondo comma della stessa norma con la seguente formulazione: ‘Per il corretto funzionamento dei percorsi (IeFP) di cui all’art.2, comma 1, lettera a), per ciascuna sede operativa accreditata ai sensi dell’art. 6.comma 2 lettera a) delle vigenti Disposizioni per l’Accreditamento degli Organismi Formativi e s.m.i., dovrà essere garantito un organigramma funzionale minimo, personale subordinato a tempo indeterminato, indispensabile all’erogazione delle attività didattiche della sede, quale: formatore tutor, operatore tecnico ausiliario, collaboratore amministrativo e direttore di sede operativa. Nel rispetto dei CCNL del settore così come previsto dal DPR 1 ottobre 2015 n.25. Eventuali deroghe sono demandate alla contrattazione collettiva ai sensi dell’articolo 23 del d.lgs n. 81 2015”.

“È nostro auspicio – conclude la nota congiunta – che le modifiche alla norma vengano calendarizzate al più presto in Parlamento, e si invitano le forze di maggioranza e opposizione a dare opportuna attenzione e sensibilità alla questione, affinché possa essere restituita serenità al settore e ai suoi lavoratori”.

Giambona: “Pronto un mio ddl”

Sulla vicenda interviene anche il deputato del Pd Mario Giambona. “Ho presentato un disegno di legge per abrogare le inqualificabili modifiche alla legge regionale che disciplina la formazione professionale in Sicilia – afferma -. Si tratta di una norma esitata, nella dichiarata totale inconsapevolezza dell’assessore al ramo, la notte tra l’8 e il 9 di gennaio insieme alla finanziaria regionale.” Giambona, vicepresidente del gruppo Pd all’Ars, parla a margine di un confronto con i rappresentanti dell’organizzazione datoriali, dal quale è emersa una forte preoccupazione per il futuro dell’intero comparto una volta entrata in vigore questa norma.

“Le novità introdotte da questa riforma rischiano di far scomparire gli enti più piccoli, creando di fatto un oligopolio che, paradossalmente, penalizzerà anche gli enti più grandi – sottolinea -. È inaccettabile che materie così importanti e strategiche come la formazione professionale vengano trattate con questa leggerezza e superficialità. Una riforma di fatto strutturale come questa, prima di approdare in aula, sarebbe dovuta passare dalle commissioni di merito, che ancora una volta vedono svilito il proprio ruolo”.

Conclude Giambona: “Quello che si è consumato la notte tra l’8 e il 9 gennaio è di fatto un assalto alla diligenza, che senza i miei correttivi proposti procurerà gravi danni alla nostra terra. Sono vicino agli enti di formazione della Regione Siciliana e ai loro dipendenti. Sono convinto che questa mia questa mia iniziativa parlamentare riporterà allo statu quo la situazione normativa, per la quale poi sarà necessario un dovuto approfondimento e una dovuta analisi con le commissioni competenti per arrivare a una giusta ed equa riforma di questo comparto”.

Figuccia: “Norma capestro”

Il deputato questore all’Ars, Vincenzo Figuccia, è fortemente critico. Parla di “norma capestro”, sostenendo che è stata approvata “nella distrazione e nella malafede di tanti”. Ritengo sia opportuno abrogare la norma reintroducendo limiti ai budget per gli enti di formazione, al fine di prevenire la creazione di duopoli che danneggerebbero docenti e allievi. Pertanto, insisto anche sulla necessità di proteggere i piccoli enti da requisiti troppo stringenti sul personale dipendente, ritenendo la norma attuale profondamente errata e per la quale è necessaria una revisione urgente.


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